Nei Monti Lepini la coltivazione delle piante di olivo ha una tradizione plurisecolare. Il rinvenimento di alcuni ‘torcular’ è la testimonianza che la lavorazione delle olive veniva praticata già in epoca romana. E’ certa la presenza nell’area di numerosi uliveti e frantoi tra il 1300 e il 1400, con testimonianze nei catasti parrocchiali dell’epoca.
Questo tipo di coltivazione ha segnato l’economia locale e il paesaggio a gradoni. Infatti, la messa a dimora delle piante avviene nei tipici terrazzamenti ricavati nei declini rocciosi dei monti, il cui terriccio indispensabile per farle allignare, è trattenuto dai muri a secco costruiti con pietra calcarea del posto.
Le varietà di ulivi coltivati nella zona sono diversi, soprattutto l’itrana, l’oliarola, il leccino e la frantoiana.
Le olive ottenute vengono preparate e conservate in tanti modi diversi (al fumo, spaccate e condite con aglio ed olio e le classiche olive in salamoia), ma sopratutto lavorate per ottenere un olio giudicato tra i migliori in assoluto per le loro proprietà organolettiche e biochimiche e che ha ottenuto il riconoscimento di olio extravergine di qualità superiore.