Comune di Canepina: Museo delle tradizioni popolari
Il Museo Delle Tradizioni Popolari di Canepina occupa una buona parte dell’antico convento dei frati Carmelitani. L’ubicazione del Museo nella seicentesca struttura, ormai di proprietà del Comune dopo il 1870, fu voluta dal Sindaco Rosato Palozzi. Con il passare degli anni, a partire proprio da quando nel 1986 si cominciò ad allestire il Museo, la polverizzazione dell’imbiancatura sui muri, gradualmente, metteva in luce sempre più grandi macchie di colori e frammenti di forme e di figure. Ciò fece pensare subito che, sotto una pesante scialbatura, vi fossero degli affreschi. Fatti poi gli opportuni saggi, si ebbe la prova che vari affreschi decoravano il chiostro, il salone al piano terra e le pareti che fiancheggiano le scale che portano al primo piano dell’edificio. Dunque, il Sindaco Enrico Panunzi, allora in carica, coadiuvato dall’entusiasmo del sopraintendente del Museo Quirino Galli, avvia le procedure per avere quei fondi necessari, per il recupero ed il consolidamento di quanto si era intravisto. Procedure, che hanno reso la richiesta meritevole del finanziamento nel Docup 2001 – 2006 della Comunità Europea, tramite la regione Lazio. A questo finanziamento unendosi anche il contributo della stessa Regione Lazio, il contributo dello Stato, quello della Comunità Montana dei Cimini e la compartecipazione del Comune di Canepina, hanno reso possibile l’inizio dei lavori e la loro conclusione. Purtroppo, persone ignare del prezioso patrimonio che vi era nascosto sotto la scialbatura, hanno aperto una porta ed alcune finestre menomando di larghi pezzi i sottostanti dipinti, compromettendone la godibilità ed in alcuni perfino la lettura del dipinto stesso. L’intero ciclo di pitture murali, che ornano le lunette e i pennacchi del chiostro, è databile tra il 1610 e il 1627 e sono visibilmente tre i maestri attivi nei tre bracci del chiostro, tutti della scuola di Giuseppe Sebastiani da Macerata, che operava per conto del Cardinale Odoardo Farnese, nell’omonimo Palazzo della vicina Caprarola. L’espressione artistica e i contenuti sono quelli dettati dal Concilio di Trento,1545 – 1563: si dovevano adornare i chiostri dei conventi e dei monasteri, con le storie dei santi più rappresentativi dei rispettivi Ordini; l’iscrizione di didascalie doveva illustrare l’episodio, che, comunque, doveva essere di facile lettura; e le singole scene dipinte dovevano mostrare il Santo vicino alla gente comune, immerso nei fatti del quotidiano. Altri dipinti emersi sono databili a metà del 1700 e sono del Viterbese Domenico Corvi. Insomma, è stato portato alla luce un patrimonio di arte, di cultura e di storia, che merita essere osservato, per sentirne in noi l’intimo colloquio in cui ci porta e le vibranti sensazioni che in noi produce.
CONTATTI:
Indirizzo:
01030 Canepina VT
largo Maria De Mattias 7
Telefono: 339.8450118 / 0761 327677
Email: info@cmcimini.it
Sitoweb: www.comune.canepina.vt.it/museo.php
Sistema museale territoriale: SISC
Orari di apertura
Lunedi | chiuso |
Martedi | chiuso |
Mercoledi | chiuso |
Giovedi | chiuso |
Venerdi | chiuso |
Sabato | 10:00 – 13:00 |
Domenica | 15:00 – 18:00 |
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