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Vestigia del Passato: Il Museo Medievale di Fossanova

Il Museo, aperto nel 2001, è stato pensato per un Medioevo che fosse nel Medioevo, e così ripropone momenti di vita medievale in un suggestivo contorno del Duecento offerto dall’antica Foresteria cistercense di Fossanova, un unico, grande ambiente, sobrio nella sua linearità architettonica ma che si impone aulico e maestoso al pari di tutti gli edifici dell’abbazia. Il percorso museale inizia con un secondo atto della storia di Privernum; questa volta si parla dei Privernati che agli albori del Medioevo cominciano a riplasmare il luogo e gli spazi che erano stati della città romana per trasformarli via via in una nuova città che finirà poi per chiamarsi Piperno. E’ una pagina di storia tutta nuova, che ha appena iniziato a riemergere con gli scavi più recenti dell’Area archeologica ma che già appare ricca di scorci importanti che si possono cogliere e ammirare attraverso i tanti materiali che, in tempo reale, sono stati raccolti e continuano ad affluire nel Museo. Ceramiche della vita di tutti i giorni provenienti da sepolture svelano nuove consuetudini funerarie, ormai di rito cristiano, che si affermano nel VI secolo e portano a seppellire i morti entro la città e a costruire sepolcri nelle stanze delle vecchie case romane. In quelle stesse case dove si continuava tuttavia a vivere e così, accanto ai luoghi della memoria, sono riemersi focolari e tanti “butti”, i caratteristici mondezzai medievali che hanno restituito una quantità incredibile di brocche, bicchieri, piatti e resti dei pasti di allora.

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Quest’idea di promiscuità è riproposta al Museo con una congerie di vasellame raccolto fra la “spazzatura” dei vivi, accostato a testimonianze del mondo dei morti con lapidi che parlano anche di tombe di martiri e santi. E qui, come nel Museo archeologico di Priverno, gli oggetti sono a portata di mano, vicini al visitatore che può percepirli e, perché no, se vuole anche toccarli, semplicemente appoggiati, come sono, sulla sabbia che ricopre i banconi in muratura che si allungano, continui, fra le campate ogivali dell’edificio. Strutture, queste, nate come mangiatoie quando i principi Borghese, verso la metà dell’Ottocento, trasformarono la Foresteria in stalla. Negli allestimenti dei Musei privernati si è fatto un grande uso di sabbia, una scelta che indubbiamente crea effetti piacevoli e naturali comunque ispirata a una precisa vocazione del territorio dove esistono possenti giacimenti di sabbie silicee, ricche di quarzo, oggi “cavate” a livello industriale e che da sempre sono state usate nella composizione delle malte e degli intonaci di tutti gli edifici di Privernum, di Fossanova e poi di Priverno, diffondendo quel caratteristico colore rosato fortemente impresso in ogni angolo del paesaggio. Continuando la visita al Museo, ci si comincia ad accostare a quella che è stata la scoperta più importante e inaspettata di questi ultimi tempi: la chiesa cattedrale dell’antica città di pianura.

Un edificio imponente nelle sue strutture segnate da vicende edilizie che vanno dal VI al XIII secolo e che ha permesso di riscrivere il prologo a una storia di vita che sembrava non esserci mai stata. Il sontuoso decoro liturgico della chiesa, con pilastrini, capitelli, architravi, mensole della sua recinzione presbiteriale di IX secolo, plasmata in una tipica varietà di intrecci floreali e viminei, fa da scenario a quello che è il clou dell’allestimento: l’affresco con la Vergine orante e regina che rivestiva la base dell’altare maggiore. La Madonna, in una maestà regale di stampo bizantino, incoronata da un alto diadema con fili di perle che scendono fino alle spalle, si staglia dal fondo bluastro di una piccola nicchia con la sua lunga tunica rosso scuro impreziosita con ricami a losanghe e fasce incrostate da gemme preziose. Le rendono omaggio gli arcangeli Gabriele, a destra, e Michele, a sinistra, anch’essi vestiti con una sontuosa dalmatica rossa fasciata di gemme. Ai piedi di Maria regina si pongono due offerenti in vesti sacerdotali che dovettero essere certamente personaggi di rango della comunità ecclesiastica di Privernum/Piperno; il più importante dei due dona alla Vergine un codice dalla coperta riccamente decorata. Questo dipinto, di inizi dell’XI secolo, fu realizzato su una precedente pittura, probabilmente di analoga impostazione, di cui si intravvedono parte delle ali delle due figure angeliche e i loro titoli: MICHAEL AN(GELUS). L’affresco non è solo una pregevole  espressione d’arte; in se racchiude le radici di una tradizione religiosa profondamente radicata fra la popolazione di allora come in quella di oggi.

Quando la vecchia città della piana di Mezzagosto fu abbandonata e i Privernati, nel corso del XII secolo, si trasferirono sul sito collinare che ora ospita Priverno, l’icona della Madonna orante e regina fu trasferita nella nuova chiesa madre per mantenersi oggetto di grande venerazione, fino a riconoscersi e perpetuarsi nel culto della Madonna di Mezz’Agosto, ancora il più sentito della città, simbolo dell’identità di una comunità che ha continuato la sua storia pur nella discontinuità di un luogo. Il percorso museale, da Privernum, conduce poi a Fossanova, alle architetture del complesso abbaziale e alle consuetudini di vita e di preghiera dei monaci cistercensi. Sono esposti materiali provenienti da scavi archeologici, con oggetti del vivere quotidiano insieme a elementi preziosi e carichi di significato dell’originario arredo liturgico della chiesa abbaziale. Gli edifici ecclesiastici sono riproposti in grandi e soffusi acquarelli che “spaccano“ i muri per mostrare la vita che vi pullulava all’interno, una vita che i visitatori, con occhi più consapevoli, potranno proiettare, appena fuori dalla porta del Museo, in quella concreta e incomparabile realtà architettonica che si staglia in ogni angolo del borgo di Fossanova.

di Sinopoli Francesco e Campagna Laura 
 Testi di Margherita Cancellieri

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