Blog Single Post

per-instagram-locandina-quadrata-1080x1080

Arte nei Lepini

Vincenzo Scozzarella       Ferruccio Pantalfini

Le creste dei Monti Lepini costituiscono un limite tra i territori dei versanti opposti. Un versante montano – esposto a sud-ovest e quindi soleggiato durante tutta la durata del dì – rivolto verso la pianura Pontina e il Tirreno, che diventa a poco a poco collinare, più “dolce” nel suo lento digradare verso il mare; qui, isolato, domina il rilievo del Monte Circeo, quasi una materializzazione del “genius loci”.

Per rappresentare questo versante e la sottostante pianura, un pittore userebbe molto bianco, per le rocce calcaree affioranti dal terreno e per le costruzioni delle città arroccate sulle sommità dei colli, il verde per la vegetazione, le terre per la pianura e i tetti degli edifici storici, diversi toni di blu per le numerose sfumature delle acque dei fiumi, dei canali, dei pantani, dei laghi e del mare.

Sulla parete dei Lepini, compresa nelle provincie di Roma e Latina, procedendo da nord verso sud, sono ubicati gli abitati di Rocca Massima, Cori, Norma, Sermoneta, Bassiano, Sezze, Roccagorga e Maenza. All’estremità meridionale, la valle del fiume Amaseno si biforca isolando una bassa collina su cui è distesa, a partire dal XIII secolo, Priverno, dove gli abitanti si rifugiarono dopo aver abbandonato il sito della originaria Privernum – città romana e poi medievale – nella piana di Mezzagosto. Proseguendo, sul limitare della catena dei Monti Ausoni, c’è Sonnino e, in posizione più elevata, Roccasecca dei Volsci. L’altro pendio, esposto a nord-est, resta nelle caratteristiche montano sino alla confluenza con la sottostante valle del Sacco; aspro e dalla vegetazione boscosa e più rigogliosa, offre panorami meno vasti. Qui predominano le molte sfumature dei verdi; è presente il bianco del calcare delle rocce emergenti e dei manufatti dell’uomo e i colori delle terre. Un ideale percorso, ugualmente snodato da nord a sud, unirebbe i centri urbani di Artena, sulle propaggini dei Lepini verso i colli Albani, Segni, Montelanico, Gorga, Carpineto, e più isolato, Prossedi.

In epoche remote, il diverso orientamento dei versanti e la separazione operata dallo spartiacque non determinarono una particolare diversità nelle culture e nei manufatti che ne rappresentavano le testimonianze materiali. Tali infatti avevano forme e significati comuni.

Custodi di uno straordinario patrimonio storico artistico, i Lepini sono un autentico Museo diffuso delle arti visive e dell’architettura, che dal basso Medioevo giunge sino al XXI secolo. Si si rivela oggi tangibile testimonianza di una storia millenaria e ne esprime l’individualità e la ricca complessità.

Accanto ad anonimi artefici, illustri personalità come Benozzo Gozzoli, Giovanni da Gaeta, Girolamo Siciolante, Pomarancio, Frans van de Kasteele, Caravaggio, Pietro da Cortona, Simon Vouet, Antonio Cavallucci, Virginio Monti, Ernesto Biondi e Mario Toffetti, hanno lasciato le loro opere in chiese, abbazie, palazzi, musei, castelli, santuari e, talora, in affascinanti grotte come nel Santuario del Crocifisso di Bassiano.

Son tutte opere che ben esprimono, nella varietà del loro linguaggio, la complessità, la ricchezza e la unicità dei Lepini, un territorio in cui si coniugano e convivono culture ed esperienze diverse.

Di esse e dei suggestivi luoghi che le conservano – talora poco noti al grande pubblico – si tratterà in modo dettagliato nelle pagine di questo volume, che non ha la pretesa di essere esaustivo, ma, piuttosto, di introdurre alla conoscenza dell’affascinante mondo delle testimonianze artistiche esistenti nel territorio lepino.

Se l’arte sacra ne ha caratterizzato profondamente la storia e la cultura e contribuito allo sviluppo di una sua identità culturale, anche quella civile o laica ha lasciato importanti testimonianze in vari edifici, con scene allegoriche, paesaggi e temi storici, al fine di rendere più suggestive le architetture e rafforzare quei simboli del potere riconosciuti dalla società del tempo.

Arte nei Lepini intende porsi come strumento per accostarsi alle ricchezze artistiche del territorio nella consapevolezza che attraverso la conoscenza si crea la strada per progettare un futuro capace di tutelare, valorizzare e promuovere un patrimonio culturale straordinariamente pregiato e intraprendere una lettura unitaria di un territorio unico nel suo genere. Vuole essere inoltre un invito per i lettori a recarsi verso luoghi suggestivi alla scoperta di un sorprendente patrimonio culturale. Un viaggio alla ricerca dell’Hic et Nunc, dell’autenticità dell’opera d’arte: un percorso verso quella che Walter Benjamin definì l’aura della creazione artistica, essenza unica e irripetibile, esclusiva nel luogo che la ospita.

cop-catalogo-arte-nei-lepini

Acquista

la-feltrinelli
libraccio-loghi-340x130
logo-mondadori
logo-unilibro
ebay logo

Presentazioni del volume

0 Comment