La severa fortezza, che domina il centro storico, testimonia il difficile Medioevo dei Lepini, quando gli antichi borghi sono stati a lungo contesi dalle potenti famiglie baronali. A Maenza, dopo una signoria di cui non conosciamo il nome, si succedono i de Ceccano, i de Cabanni e i Caetani. La torre che sorveglia l’impianto ha conservato le sue forme gotiche; un’altra, a pianta circolare, è di matrice rinascimentale. Nel torrione seicentesco, coronato da merli guelfi, spicca una doppia cannoniera incassata nelle spesse mura. Nel 1274, ospite della nipote, vi soggiornò Tommaso d’Aquino che, interrotto il viaggio per il Concilio Ecumenico di Lione a causa di un malore, chiese di essere condotto a Fossanova dove morì.