Polenta | Prosciutto cotto al vino | Coppiette| Ciambelle e bastoncini mandorlati | Olio extra vergine d’oliva | Olive di Gaeta in salamoia | Vino Cori bianco DOC e Cori rosso DOC | Minestra | Zafferano | Maiale al forno | Coniglio alla cacciatora | “Ramaraccia” | Cicoria | Mustaccioli | Pupe e cavalli co’ j’òvo alla panza | Prodotti ovicaprini
Il pregio di questo piatto, che richiede una lunga cottura, è quello di essere ottimo sia molto caldo che freddo. A Cori, viene generalmente servita con salsiccia, broccoletti, cotenne o spuntature di maiale e condita con sughi finti o in umido.
Il prosciutto cotto di Cori viene preparato con un prosciutto crudo stagionato, aromatizzato con erbe selvatiche e lasciato a macerare in vino bianco. Molto saporito, è prodotto dall’unica norcineria del posto, che l’ha rilanciato negli utlimi anni. La stessa norcineria prepara un’ottima porchetta.
Le coppiette spesso vengono ancora preparate in casa: la carne viene tagliata in piccole strisce che successivamente vengono lasciate a macerare per una notte ed un giorno interno, ricoperte da una salsa piccante. Per la loro ottimale essiccazione occorrono diversi giorni.
Variegata e ricca è la gamma delle specialità dolciarie coresi. Tra i più rinominati, ci sono: le ciambelle al vino che vengono preparate con farina, zucchero, olio di arachidi, bicarbonato di sodio, vino e sambuca ed i bastoncini mandorlati che vengono realizzati lo stesso impasto delle ciambelle con aggiunta di mandorle e nocciole.
La pianta dell’ulivo per svilupparsi ha bisogno di acqua, sole e terreni asciutti, come quelli che caratterizzano la zona dei Monti Lepini e le colline che circondano Cori. Ed a Cori la produzione è una delle maggiori del comprensorio e della provincia di Latina. La coltivazione dell’olivo, che risale a molto prima della fondazione di Roma, conta su quasi 45 mila piante. La distinzione, in base al colore e alla qualità dell’olio, portò gli antichi Romani a classificare l’olio in cinque tipologie: “oleum ex albis ulivis” proveniente dalla spremitura delle olive verdi, “oleum viride” proveniente da olive raccolte a uno stadio più avanzato di maturazione, “oleum maturum” proveniente da olive mature, “oleum caducum” proveniente da olive cadute a terra e “oleum cibarium” proveniente da olive quasi passite che era destinato all’alimentazione degli schiavi. Quello di Cori è un olio di alta qualità. Le aziende coresi del settore sono fra le più importanti della provincia di Latina.
I terreni del Lazio sono particolarmente idonei alla coltivazione delle viti e quindi alla produzione di vino. Il 90% dei vini laziali DOC (Denominazione di Origine Controllata) sono bianchi. Tra i vitigni di uve bianche spiccano il Bellone, il Bombino bianco, il Greco, la Malvasia bianca di Candia, la Malvasia del Lazio e i Trebbiano giallo, mentre tra le uve a bacca rossa troviamo il Cesanese comune, il Greco nero, il Merlot e il Nero buono di Cori. Dalla vinificazione delle uve di diversi vitigni, prodotte nel ristretto territorio del comune di Cori, ed in parte in quello della vicina Cisterna, si ottengono due vini che hanno da tempo acquisito sul mercato una notevole notorietà: il Cori Rosso DOC e il Cori bianco. Il primo è un vino ottenuto dall’uvaggio del Nero buono di Cori, antico vitigno autoctono, ed altre uve a bacca rossa corese. È un vino fermo, caratterizzato da un tipico colore rosso rubino, odore gradevole e da un sapore morbido, vellutato e fresco. Il Cori Bianco, invece, si ottiene dai vitigni di Malvasia bianca di Candia (massimo 70%), di Trebbiano toscano (massimo 40 %), di Bellone e di Trebbiano giallo (o-30%). Nelle varianti asciutto, amabile e dolce è caratterizzato da un colore giallo paglierino e da un odore intenso e molto gustoso. Oltre ai vini Cori DOC, a Cori si producono vini “Castelli Romani” Doc e vini IGT (Identificazione Geografica Tipica). Vini che vengono prodotti ed imbottigliati dalle cantine locali, le quali confezionano, fra vini DOC e vini IGT, ben 34 etichette.
Il termine “raminaccia” indica le erbe spontanee.