Tematismo: storico, artistico
Luogo di partenza: Via Plebiscito
Difficoltà: nessuna
Tempo: 2 ore circa
Giungendo da Roma (carpinetana ss 609) si arriva a Montelanico. Su via Plebiscito è possibile lasciare la macchina nei rispettivi parcheggi. Lungo la via è situata la cappella del Gonfalone in cui era esposta una tavola del XVI secolo raffigurante il Salvatore, ora trasferita nella chiesa di San Pietro. Accanto vi è un tozzo campanile e il Monumento ai Caduti, che seguì ad un’intesa opera di restauro dell’edificio originariamente del XVII secolo.
Proseguendo la via a piedi, situato in Piazza Vittorio Emanuele, si trova il Palazzo del Municipio. L’attuale Palazzo Comunale apparteneva all’importante famiglia dei Rossetti ,fiduciari dei principi Doria, che influenzeranno tutta l’attività politica e religiosa di Montelanico fino ai tempi moderni. Il Palazzotto dei Rossetti fu acquistato dall’amministrazione pubblica nell’anno 1922, successivamente alla soluzione di alcune pendenze amministrative con gli eredi Doria. Dopo alcuni lavori di sistemazione verrà impiegato come casa comunale.
Camminando si arriva al “borgo” o Piazza Vittorio Emanuele, con la bella fontana del Biondi. La fontana realizzata nel 1891 da Ernesto Biondi si caratterizza per un gruppo di putti che con diverse espressioni sono arrampicati nella parte centrale della fontana. In questo capolavoro l’autore dà il meglio di sé come architetto, riuscendo a dare armonia all’intera immagine architettonica facendo dialogare i tre diversi materiali: il travertino, il bronzo e una novità tecnologica, la ghisa, coniugando in modo eccellente tradizione e modernità.
In Piazza Vittorio Emanuele è situata, quasi prospiciente alla fontana del Biondi, la Chiesa di Sant’Antonio, edificio del XVIII secolo in stile neoclassico venne edificata nel 1702 a spese del Marchese Francesco Tigri, vice governatore del paese. Sebbene dedicata a Sant’Antonio da Padova, venne chiamata con il nome di chi la fece costruire. L’interno è semplice con una piccola volta decorata sopra l’abside e dipinti incorniciati sulle pareti laterali dell’unica navata. Sulla sinistra c’è una piccola cappella con un altare su cui è esposta una statua che rappresenta il Sacro Cuore di Gesù, affiancata dalle statue di Sant’Antonio e San Giuseppe.
Proseguendo è possibile notare, sul lato destro della strada, la Chiesa di San Pietro posta sull’omonima Via nel punto dove anticamente si apriva la porta principale del castello . Nel 1750 Don Gerolamo Pamphili la fece ricostruire dalle fondamenta perché danneggiata dal terremoto del 1702. E’ ad una sola navata con due cappelle per lato: presso l’altare maggiore vi è un ciborio della fine del Quattrocento, attribuito alla scuola di Mino da Fiesole, mentre in un’altra cappelletta degna di rielievo vi è la “Madonna del Soccorso”, un quadro ad olio di Vincenzo Camuccini.
Continuando il percorso su via Madonna del Soccorso per ritornare sulla SS 609, verso la Valle del fosso Rio, si nota il Santuario-Chiesetta campestre della Madonna del Soccorso. La chiesa deve il Nome ad un’immagine della Vergine dipinta verso gli inizi del XV secolo. Inizialmente era una cappella di protezione dell’icona, venne poi ampliata nel 1636. I diversi interventi succedutesi nel corso degli anni hanno cancellato, soprattutto in facciata, i segni delle sue origini.
Qui l’itinerario si conclude tornando al punto di partenza verso la Cappella del Gonfalone.