Tematismo: storico, artistico, archeologico
Luogo di partenza: Pianillo
Difficoltà: nessuna
Tempo: 2 ore e 30 circa
Arrivando a Segni in auto, si consiglia di parcheggiare nella parte più alta dell’abitato: Pianillo.
Arrivando nei pressi di Piazza S. Pietro, vi è la grande cisterna romana in “opus signinum” (un tipo di rivestimento impermeabile, con cui si ricoprivano le mura delle cisterne, costruito da un impasto di calce e frammenti di coccio finemente triturati con mazze di ferro) databile al IIIsec. a.C. Ha un diametro di venti metri e una profondità di due metri e mozzo. Veniva utilizza come riserva delle acque che defluivano dai pozzi circostanti.
Poco distante dalla Cisterna sorge nell’omonima Piazza la Chiesa di San Pietro , dove un tempo era la cella centrale del tempio posto sull’antica acropoli. Con i resti delle cellette laterali del tempio fu edificato il campanile ( circa 15 metri), in stile gotico, anche se la parte superiore è stata completamente restaurata nel XIX secolo. Originaria del XIII secolo, fu sottoposta a successivi restauri. Di rilevante valore è la tela, che si trova a sinistra del presbiterio, raffigurante Il conferimento del primato di San Pietro, datata al XVI secolo.
Vicino la Chiesa di San Pietro , sull’area dell’Acropoli dell’antica Signia sono conservati i resti del tempio di Giunone Moneta, risalente al II secolo a.C., in parte inglobati nella Chiesa di San Pietro. Il Tempio pagano, che si ritiene dedicato a Giunone Moneta Regina, si trovava su uno spazio di circa 85 metri di lunghezza per 51 m di larghezza. Sul lato sud vi era la scala di accesso al tempio, che si componeva, secondo lo schema tuscanico, di una cella centrale affiancata da altre due. Ad ogni cella corrisponde un adyton nella parte posteriore. Il pronao del tempio presentava tre file di colonne frontali ( delle quali resta solo un grande rocchio). La datazione della prima fase del tempio si ipotizza all’inizio del V secolo a.C., seguita da una fase alla fine del IV secolo a.C ed una terza del II secolo a.C.
Proseguendo lungo la strada si può vedere l’Archivio storico di Innocenzo III.
Continuando lungo Via S.Pietro in piazza Santa Lucia si trova la medievale chiesa di Santa Lucia, dove Papa Alessandro III canonizzò nel 1173 l’arcivescovo di Canterbury, Thomas Beckett, fu distrutta durante il bombardamento aereo del 1944, ma al di sotto del luogo dove sorgeva sono ancora conservati e visitabili i resti di un altro complesso architettonico di età ellenistica.
Proseguendo lungo via Ciminelli e successivamente su via Manzoni si trova la Chiesa di Santo Stefano martire che è situata nella Piazza omonima. La sua origine è riconducibile probabilmente al XIII secolo; gli elementi architettonici presenti nella facciata principale confermano tale ipotesi, tra essi spicca un bel campanile, che insieme alla facciata presenta un parametro in pietra calcarea.
Nei paraggi, costeggiando le Mura Poligonali in contrada ” jo sticcato”, nei pressi di Piazza Santa Lucia si arriva a Porta Foca del V-III secolo a.C.Il nome deriva probabilmente dal signino “focare… il riscaldarsi degli anziani nei sereni meriggi invernali”.
Da Via Porta Foca si torna indietro e proseguendo sulla Via Cremona si trova la Porta sotto il ponte Scarabeo: di epoca medievale, più che di un ponte si tratta di un arco di tufi legati con malta e poggiante su due pilastroni quadrati. Dove l’arco si innesta sui pilastri vi è una sporgenza tornita di tufo, che sembra un ovolo di capitello. Oltre l’aspetto architettonico perfino il nome “scarabeo” non è chiaro affatto: per alcuni, deriva dall’insetto scarabeo, che si nutre di sterco; per altri, da “scarabeo”, in segnino pendio con scalini.
Proseguendo lungo Via Umberto I e continuando verso Via Dante Alighieri si può ammirare la Loggetta Medievale .
Continuando lungo la strada vi è Palazzo Cremona che si trova in via Dante Alighieri. Il Palazzo ha un’ origine riconducibile al tardo rinascimento; la sua architettura presenta dei chiari riferimenti a tale periodo, tra essi una bella ed elegante loggia.
Da Via Dante Alighieri si prende Via S.Vitaliano e si arriva a Porta Maggiore, detta anche romana ed,è l’accesso principale alla cittadina. Costruita nel V-III secolo a.C., rispetto all’originaria struttura delle mura mostra due avancorpi sporgenti, con quello di destra che è una torre in opera quadrata.
Da qui si riprende Via S.Vitaliano e si arriva alla Cattedrale di Santa Maria Assunta. Costruita nel 1657, in stile barocco, occupa l’area dell’antico foro romano, in Piazza Santa Maria. La facciata, rivestita nel 1817 con lastre di calcare locale, presenta un corpo centrale avanzato rispetto ai due laterali. Sul lato destro è presente un campanile in stile romanico. All’interno sono presenti: gli affreschi della cupola raffiguranti la Trinità, realizzati da Antonio Courtois , fratello del Borgognone; la cappella di San Bruno ( Patroni di Segni) con affreschi raffiguranti scene di vita del Santo; la pala d’altare della cappella della Madonna del Rosario; quadri raffiguranti San Giovanni Battista di Ignazio Tirinelli del Serrone e la Vergine Assunta con gli Apostoli; le grandi tele della Natività della Madonna e la presentazione al Tempio della Vergine, di Leandro Carchenne, L’incredulità di San Tommaso di F. Cozza, la tela raffigurante l’Esaltazione della Croce. Interessante la visione dell’originaria facciata, visibile sul lato occidentale della chiesa.
Proseguendo lungo la strada in Via dei Lauri è possibile visitare il museo archeologico. Il Museo Archeologico comunale, ospitato nel medievale Palazzo della Comunità, rappresenta un punto di partenza per la visita di questa splendida Città. All’interno, in apposite vetrine, sono posti i reperti provenienti dallo scavo di Porta Foca. Nell’interno del museo appositi pannelli propongono quattro sezioni: l’urbanistica della Signia romana e delle sue mura; la piazza del Foro; il grande complesso dell’acropoli; le strutture per le condotte dell’acqua.
Dal Museo Archeologico si torna davanti la Cattedrale e si percorre Via Marconi , arrivati davanti la scuola Elementare T. Falasca si deve svoltare a sinistra e percorrendola si arriva alla Porta Saracena. Una Struttura della fine del V secolo a.C., il nome fu dato in ricordo di una incursione saracena. La Porta ha un architrave monolitico (circa tre metri) che poggia su stipiti tagliati obliquamente verso l’interno. E’ situata nei pressi dell’attuale Via della Fontana. Le Mura Poligonali della città, costruite nel V-III secolo a.C., si estendono per un tratto di circa cinque chilometri. L’area compresa a loro interno non era completamente abitata e si presume che gli spazi liberi fossero utilizzati come campo di allenamento dei soldati o come riparo agli abitanti della campagna ed al loro bestiame durante gli assalti alla città.
Da qui il primo itinerario si conclude tornando al punto di partenza(Parcheggio).
Tematismo: storico, artistico, archeologico
Luogo di partenza: Pianillo
Difficoltà: nessuna
Tempo: 1 ora e 30 circa
Per il secondo itinerario di Segni è preferibile spostarsi in macchina.
Partendo dal Parcheggio in Via Pianillo si percorre tutta Via Marconi e si svolta poi in Via Porta Saracena, per arrivare al Ninfeo Q. Mutius. Di eccezionale importanza e vero gioiello dell’architettura ellenistica è il Ninfeo, che reca la firma dell’architetto Q. Mutius, recentemente acquistato dal Comune di Segni e visitabile grazie agli interventi di recupero e valorizzazione dell’area ( per la visita bisogna contattare il Museo Archeologico di Segni).
Tornando indietro e prendendo Via corso Emanuele II (la via principale del paese), si passa davanti alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Continuando su Via corso Emanuele II e svoltando poi su Via dei Cappuccini si arriva al Convento dei Cappuccini , preceduto da un viale alberato e da alcune immagini sacre dedicate ai santi dell’Ordine dei Cappuccini, vi è un Convento con una chiesa appartenuta già a quest’ordine.La fondazione del convento risale al 1591. La chiesa venne consacrata nell’anno 1641. Nella metà del secolo XVII divenne un celebre studentato di filosofia e teologia ed anche noviziato per giovani religiosi. Durante l’era napoleonica il convento entrò in crisi a causa dell’indemaniamento dei suoi beni. Durante la Repubblica Romana,ritornarono i padri Cappuccini, dediti alla preghiera e alla carità popolare, ma furono nuovamente in difficoltà dopo le leggi della soppressione postunitaria degli ordini religiosi; successivamente essi si ristabiliranno in Segni fin quasi ai nostri tempi. La chiesa presenta una facciata rettangolare con portale classicheggiante e finestrone in pietra locale.
Qui l’itinerario si conclude.