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ITINERARI

Itinerario 1

 

Tematismo: storico, artistico

Luogo di partenza: Via Roma

Difficoltà: nessuna

Tempo: 2 ore circa

Il nome Sonnino deriverebbe da “Sommum” a indicare che l‘abitato fu costruito sulla sommità del monte. Il centro storico di Sonnino testimonia il passato medievale del paese. Innervato da una serie di stradine con scalini che convergono verso l’arteria centrale, via Vittorio Emanuele, in esso si possono trovare numerosi archetti pensili in muratura che, unendo le case poste ai due lati dei vicoli e delle stradine, creano architetture caratteristiche e collegano tutti gli edifici del centro storico. Dal Medioevo il profilo di Sonnino è rimasto immutato

Arrivati nel borgo si può parcheggiare l’auto lungo Via Roma e proseguire a piedi attraversando Porta San Giovanni, percorrendo Via  Vittorio Emanuele, entrando così all’interno del centro storico di Sonnino. La prima Chiesa che si incontra è quella di San Giovanni.  Risalente probabilmente al XIII secolo, fu restaurata e riconsacrata nel 1604 da vescovo sonninese Pomponio De Magistris, che probabilmente fece realizzare anche l’altare maggiore, opera di pregevole fattura. Il soffitto, a cassettoni di legno, venne decorato all’inizio del Novecento con scene di vita di Cristo. In una cappella della chiesa si può ammirare un dipinto di buona levatura tecnica, “Il Transito di San Giuseppe”, di scuola romana, che risale al XVIII secolo. Vi furono battezzati i due dei più famosi, sia pure per ragioni diverse, cittadini sonninesi: il brigante Gasbarrone e il cardinale Giacomo Antonelli, che fu segretario di stato di Pio IX. E’ situata lungo Via Vittorio Emanuele, l’antica Via di Mezzo.

Continuando nel centro storico si  può vedere l’antica Chiesa di San Pietro nell’omonima piazza. La chiesa, presumibilmente di età medievale, è stata completamente ristrutturata nel XIX secolo. Il fabbricato esce dal perimetro delle cinta medievali, ma l’ingresso, all’interno di esse, è costituito da una navata centrale con ai lati due cappelle con statue lignee e immagini di santi. Nella prima cappella a destra c’è un’opera interessante, “San Pietro liberato dal carcere”. E’ un olio su tela del pittore romano Pietro De Stefani realizzato nel 1911.  Più avanti si trova anche Porta San Pietro, dopo la quale si svolta su Via Battisti  e si arriva a Piazza Garibaldi dove è possibile  vedere il Monumento ai Caduti , la Portella,e Torre Antonelli.

La Torre Antonelli a Sonnino, con i suoi 24 metri di altezza è l’elemento più vistoso che domina la piazza e il vecchio centro storico. Di forma cilindrica, fu costruita dai Colonna sul finire del XIV secolo e prese il nome dalla famiglia Antonelli che l’aveva acquistata agli inizi dell’800. Originariamente era alta 27 metri e si trovava nell’antico castello, oggi diruto. Gli Antonelli fecero demolire gli ultimi 3 metri perché il torrione era pericolante. La pietra recuperata venne utilizzata per la costruzione di palazzo Antonelli.

Poco distante tra i vicoli del centro storico si può visitare la Chiesa di San Michele Arcangelo. Costruita con le funzioni di cappella dell’adiacente castello, nel XIV secolo fu ingrandita e restaurata secondo lo stile dell’arte cistercense. Nel XVII secolo fu restaurata secondo lo stile barocco del tempo, alterando l’equilibrio delle arcate gotiche. La facciata, però, presenta l’originale portale, la lunetta e l’oculus per illuminare l’interno. Quest’ultimo è ad una sola navata con una struttura a tre archi ad ogiva. Sulla sinistra sono presenti tre cappelle, la più interessante delle quali è quella dedicata a San Sebastiano: quattro figure umane (raffiguranti un uomo con viola, un altro con un liuto, uno con messi ed un quarto con il rosario) che fungono da capitelli della struttura. Nella chiesa meritano di essere ammirate, inoltre, un’icona della Madonna delle Grazie, venerata dai Sonninesi, in stile bizantino (XIII secolo).

Da qui è consigliabile tornare a riprendere l’auto lungo Via Roma e proseguire con essa lungo Via San Francesco  per svoltare poi su Via S. Ulisse  e continuare su Via Cristoforo Colombo. Qui è possibile vedere la Porta di Tocco, che insiema a Porta Riore fu bombardata il 22 Aprile del 1944. Poco più avanti  si trova La Cinta Muraria del Paese.

Continuando lungo la discesa si arriva al Museo Terre di Confine  che è ordinato in quattro sezioni e si giova di un allestimento che privilegia l’interattività mettendo in campo sequenze organizzate di scenografie, visioni, drammatizzazioni e altre suggestioni multisensoriali. La prima: Terra di confine perchè? illustra alcune tematiche specifiche della realtà culturale sonninese e presenta in modo problematico la dimensione globale di cui questa realtà fa parte .La seconda Patrimonio rappresentato/territorio vissuto focalizza il rapporto esistente tra alcune vicende storiche centrali per la vita degli abitanti e le attuali rappresentazioni dell’identità locale. Un posto di primo piano vi occupa la Processione delle Torce a cui si accompagnano stimolanti confronti interculturali. L’attenzione si sposta poi su tre significativi Personaggi di frontiera (Maria Grazia, il brigante Gasbarrone e Giacomo Antonelli). La storia di Maria Grazia, moglie di un brigante e vera propria icona della pittura di genere dell’epoca, ha un valore emblematico dal punto di vista della patrimonializzazione culturale locale, poichè la sua storia è connessa allo sfollamento di Sonninesi decretato da Pio VII nel 1819. Con la figura di Antonio Gasbarrone (1793-1882), invece, non si centra l’attenzione sulla complessa storia del brigantaggio di cui altri musei trattano diffusamente, ma si mette a fuoco la storia di un brigante di successo che, con le sue gesta, ha travalicato sia i luoghi che la sua epoca. Giacomo Antonelli (186-1876), figlio di un mercante di campagna, fu protagonista degli ultimi decenni della storia politica dello Stato Pontificio ed ebbe una carriera che gli frutterà l’ambigua fama di “Richelieu” italiano nella Chiesa di Pio IX. Il percorso termina con Parole e immagini dell’Altrove che pone l’attenzione sulle storie di vita, sulle percezioni attuali del territorio e sulle esperienze contemporanee. Completano il Museo una sala visioni per proiezione di film e documentari e uno spazio espositivo per mostre temporanee. Il Museo delle “Terre di confine” di Sonnino valorizza una vocazione storica del territorio, in vario modo percepita e rappresentata dalla vita sociale contemporanea. Frontiera celebrata nelle cronache e nell’iconografia europea per l’indole ribelle dei suoi abitanti, briganti di fama ovvero impegnati in contese e conflitti territoriali con le comunità limitrofe. Sonnino è stata, sino al XIX secolo, il limite estremo dello Stato Pontificio e per molti secoli ha avuto una funzione di baluardo nei confronti del Regno di Napoli. Nel Museo le vicende storiche del territorio e i contenuti delle tradizioni sono rivisitati alla luce dell’esperienza contemporanea e il visitatore è chiamato a estendere in modo riflessivo la sua visione sul tema più generale del confine.

Qui l’itinerario volge al termine.