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Priverno: Mostra D’Arte “Arlecchino di Ventura”, Silvio Sangiorgi

Quando:
8 febbraio 2024@18:00 Europe/Rome Fuso orario
2024-02-08T18:00:00+01:00
2024-02-08T18:15:00+01:00
Dove:
Comune di Priverno (LT)
Portici Comunali "Paolo di Pietro"
Costo:
Gratuito

silvio-sangiorgi-carnevale-priverno-2024-mostra-arte

Carnevalone a Priverno!
Dall’8 al 14 febbraio, Priverno festeggia il Carnevale e le sue sfumature di eventi a colori.

Sarà un Carnevale colorato anche dai quadri della Mostra dedicata ad Arlecchino del pittore e disegnatore Silvio Sangiorgi che, ospitata presso la Galleria espositiva dei Portici Comunali Paolo Di Pietro, inaugurerà giovedì 8 febbraio alle ore 18:00 e sarà visitabile fino al 14 febbraio.

La stessa alternerà al suo interno letture e presentazioni di libri degli autori: Salvatore di Gigli con il romanzo “Corruzione fatale”, il sabato alle ore 17:00, Antonio Veneziani con il libro di poesie “Talismani”, la domenica alle ore 17:00 e Alessandro Leonoro con il romanzo “Una donna normale” il lunedì alle ore 17:00.

Silvio Sangiorgi, “Arlecchino di Ventura”

“Parigi, carnevale 1584. Arlequin? Ouais, c’est moi. Così ci avrebbe risposto il primo Arlecchino, Tristano Martinelli, che adotta quel nome antico, Arlechin, rielaborando tradizioni vive e ben sentite da quei popoli europei, un ricco patrimonio folcloristico abitato da fantasmi, demoni, apparizioni notturne di comitive infernali, che riconoscono subito a dispetto dei tratti storpiati dalla farsa. Ma non si ferma lì, insieme con la sua compagnia cavalca l’onda dello scandalo mettendo in scena cortigiane, stregoni, ladri, vecchi lussuriosi, prepotenti e poveri diavoli, che non cantano miti o ideali, ma piccole soddisfazioni e grandi miserie, sembrando così disperati da suscitare più benevolenza che disprezzo. Arlecchino ha due anime: quella dello Zani (storpiatura del nome Giovanni), rozzo, boccaccesco e alla continua ricerca della soddisfazione dei suoi istinti primordiali; e una diabolica farsesca abile in
sotterfugi, inganni, imbrogli e abitudini amorali. È vestito con un costume attillato che rende visibile la muscolatura, il tremito della pelle prima del balzo acrobatico. Camicia e calzoni sono di colore bianco e hanno qui e là toppe colorate, un berretto floscio o una calotta, una cintura alla quale sono attaccati il batocio (bastone che si usa per girare la polenta) che afferra per menare botte anche se sono più le volte che le prende e la scarsella (borsa). Le scarpette sono leggere come quelle dei danzatori. Discussa è la maschera: secondo alcuni non la indossa, usando un trucco scuro che lo copre dalla fronte agli zigomi, lasciando la bocca e il mento naturali; altri sostengono che sia
di cuoio o cartone cerato con due piccoli fori rotondi per gli occhi, zigomi molto pronunciati, naso schiacciato da scimmione, barbetta ispida e una protuberanza sulla fronte in memoria delle corna da diavolo. Il suo ruolo è quello dello Zani in seconda, servitore a volte, ma più spesso libero da vincoli interpreta parti diverse restando sempre con il suo costume o con una parte di esso sempre visibile. È allegro, un po’ sempliciotto ma anche astuto, si dispera e consola con facilità e ostacola sempre i piani del suo padrone causando disastrosi incidenti che trovano soluzione all’ultimo minuto.
Le origini di questo personaggio sono antichissime: il nome, il costume, la maschera e il carattere sono arrivati a noi da un passato che da una parte ha consolidato la creatura, ma dall’altra ha cancellato il suo creatore, divenendo leggendario, diventando Arlecchino.”

Silvio Sangiorgi

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