Priverno: Mostra “Spolia”
Priverno (LT)
“Spolia”
Una Mostra di Franco Vitelli
Priverno (Lt), Museo Archeologico, Galleria dei Portici Comunali
Dal 21 agosto all’11 settembre 2022
può essere visitata fino all’11 Settembre 2022,
nei seguenti giorni e orari di apertura:
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 21.00
Il Lunedì e il Martedì la Mostra non è visitabile
Domenica, 21 agosto alle ore 18,00, in Piazza Giovanni XXIII, al via “SPOLIA“, la prima di una serie di esposizioni firmate Franco Vitelli, che toccheranno diverse città italiane ed europee nei prossimi mesi.
La mostra si compone di 36 opere inedite d’arte contemporanea, allestite nel Museo Archeologico e nella sala espositiva dei “Portici Comunali Paolo Di Pietro”.
Franco Vitelli, artista di caratura nazionale, apprezzato dai grandi critici e definito come ‘ultimo dei cosmati’, in questa collezione reinterpreta l’arte cosmatesca in chiave moderna. Propone una visione nuova dell’uso dei marmi pregiati e rari, che ora si accostano al legno, al piombo al rame all’oro, agli specchi e altri materiali, preziosi e non. La materia, tutta, diviene protagonista. E poi le forme e i colori, accesi e brillanti nelle serie a olio e più spenti ma suadenti, propri degli elementi naturali, nella tecnica mista. Forma, colore, materia, che nella realizzazione di un disordine apparente, mantengono la ratio delle geometrie care al Vitelli. I lavori sono costituiti da elementi che hanno accusato i segni del tempo. Si sono trasformati, invecchiati, non perdendo di valore, anzi elevandolo all’ennesima potenza, nel momento in cui le mani del maestro, le trasformano in parti essenziali del nuovo tutto, nella ricerca di bellezza e armonia.
Sarà una vera sorpresa, non solo per le opere, ma anche per la presentazione del catalogo. Il testo racconta, attraverso la voce di 36 diversi commentatori, la complessa e sofisticata arte del maestro.
Vitelli da oltre 30 anni produce nella sua bottega piccoli e grandi capolavori. Crea rifiutando la contemporaneità delle tecnologie, inneggia alla natura e all’eleganza, fuggendo, o almeno provando a fuggire, da una razionalità che, tuttavia, non lo abbandona mai completamente.
Programma
- 21 agosto: Saluti del Sindaco Anna Maria Bilancia alle ore 18,00, presso la Sala delle Cerimonie del Palazzo Comunale. Introdurranno la Mostra, con i loro commenti critici, la Docente di Storia dell’Arte Medievale Marina Righetti Tosti Croce (Sapienza – Roma) insieme a Dario del Bufalo, Architetto ed esperto di materiali lapidei. Moderatrice dell’evento sarà Ester Marchionne, giovane storica dell’arte, che su Franco Vitelli ha scritto la sua tesi di laurea.
Alle ore 19.00 si inaugureranno gli spazi espositivi presso il Museo Archeologico e la Galleria “Paolo Di Pietro” nei Portici Comunali. - 28 agosto alle 11.30, sempre presso la Sala delle Cerimonie del Palazzo Comunale sarà ospite della Mostra lo Storico e Critico dell’Arte Vittorio Sgarbi.
Queste alcune parole con le quali Vittorio Sgarbi si è espresso a proposito delle opere di Franco Vitelli:
“Franco Vitelli ha dimostrato l’attualità dei Cosmati. Vuol dire in essi trovare Kandinsky, Mondrian, Malevich. Il modello ornamentale dei Cosmati per chiostri, pavimenti, altari e amboni, si fonda sulla lavorazione di tasselli di pietre dure, di marmo, di pasta vitrea e di oro, sistemati in modo da formare motivi astratti. La più importante famiglia di marmorari romani è quella di Lorenzo, del figlio Jacopo e del nipote Cosma con i figli Luca e Jacopo II.
Mancava Magister Vitellius che continua quella tradizione. Ma a un certo punto ha temuto di essere confuso nella vertigine del tempo, ripetendo formule e disegni concepiti da altri, ed è uscito dal solco dei suoi maestri per rientrare nel nostro tempo e cercare in nuove materie e composizioni, lacerti, terre, sacchi, nei quali risplende l’idea primitiva, liberata dalla funzione, uno stile nuovo.
Vitelli concilia Burri e Fontana con i Cosmati, facendo riapparire come frammenti i motivi geometrici dei mosaici, con effetti materici tra rotture e lacune. Si scontrano l’ordine e l’armonia delle antiche invenzioni con la lacerazione dei contesti in cui riemergono.
Vitelli separa e cuce, e a ciò che la sua mente ha selezionato fornisce gli orli, come un restauratore con i neutri.
Così le sue composizioni riportano alla unità ciò che è separato, frammentario, lacerato. All’opposto di quello che ha fatto tutta la vita, restaurare, integrare ciò che era lacunoso, ora predilige il disordine, la separazione, il distanziamento. L’ordine perduto è irrecuperabile. Cosi’ le sue opere potrebbero essere dette: nostalgie o ferite.
Vitelli è il chirurgo che in guerra provvede al primo intervento per salvare il salvabile e lasciarne memoria alla umanità. Dopo la storia, perduti i contesti, in un museo della memoria con pezzi erratici. Non sappiamo da dove vengono, ma vediamo che ci sono, e ci parlano di mondi perduti. Vitelli è l’archeologo. Il modo di essere di un’artista a disagio nel suo tempo”.
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