Segni: Presentazione del libro
00037 Segni RM
Italia
Il palato della memoria
di Roberto Campagna
Sabato 12 ottobre
Presso la Biblioteca comunale di Segni, verrà presentato, sabato 12 ottobre alle 18, il libro “Il Palato della Memoria” di Roberto Campagna. Oltre all’autore, interverranno il sindaco di Segni Piero Cascioli, Antonio Veneziani, poeta e saggista, e Claudio Marrucci, scrittore. Coordinerà l’incontro Annalisa Ciccotti, responsabile della Biblioteca comunale; letture di Maria Borgese, attrice e danzatrice. Pubblicato da Castelvecchi, il libro è composto di dodici racconti, in bilico tra presente e passato, che narrano storie con una straordinaria leggerezza poetica. Tutto è sempre osservato e descritto con partecipazione ma anche con una sottile ironia. Dodici racconti che, come una ragnatela, lo prendono il lettore e lo portano nella adolescenza e nella giovinezza del protagonista e dentro la sua piccola “banda di amici”. La scrittura è elegante e avvolgente e ogni racconto – tutti indipendenti e tutti uniti dal filo della memoria, del luogo e dei personaggi – tratta un piatto o un prodotto agroalimentare (da non dimenticare che Roberto Campagna è un esperto di cibo, al quale ha dedicato svariate pubblicazioni). La letteratura popolare, e in particolar modo il racconto orale, in questo libro di Campagna si coniugano insieme in uno squisito pamphlet di ricordi pseudo autobiografici. Campagna, giornalista e sociologo, è un vero scrittore “popolare”, se con popolare si intende il lascito che la memoria imprime nella tradizione del saper narrare, con ironia e arguzia, episodi cruciali, in grado di sintetizzare una comunità e le sue tradizioni, i suoi sapori tipici e trasformarli in emozioni viventi, immortali. I luoghi delle memoria di Campagna, oltre ai Monti Lepini e i suoi paesi, sono alcune zone del Mar Adriatico e del Lago di Bracciano, che tracciano l’anima e cristallizzano il ricordo, tra favola e cruda realtà, come ne “La strada” di Federico Fellini.
“Il palato della memoria” è un libro pseudo autobiografico perché Flavio, il protagonista dei dodici racconti, è il riflesso nostalgico dello stesso autore; è infatti negli occhi di Flavio che Campagna ripercorre luoghi e sapori passati, forse scomparsi o in via di sparizione, ma indelebili nella sua memoria di ragazzo nel pieno della vita. I ricordi sono fatti di odori e gusti sopiti nel tempo e Campagna, con la sua verve narrativa frizzante e ironica – l’autore ha la capacità di scrivere una lingua corrente, colloquiale, senza risultare volgare – impasta le sue storie come ricette di cucina, usando lo stesso timbro scanzonato di un Balzac e lo fa trasportando il lettore – anche il lettore estraneo ai luoghi e ai cibi citati – nel suo mondo di nostalgiche disillusioni politiche, di scorribande canagliesche, di scherzi e alambicchi giovanili, di ripicche e fughe e amorazzi scollacciati. Leggendo dunque “Il palato della memoria” non si può non pensare a una tenerezza antica – ma come fa la tenerezza a non essere anche gioia rabbiosa per un tempo ormai perduto? – e soprattutto a una operazione di recupero sociale e culturale, a un “Amarcord” che vuole farsi scatola magica, scrigno di ricordi, perché il vero miracolo dell’uomo è sapere di appartenere a un luogo e di portarselo sempre dentro.
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