L’impianto urbanistico del centro storico è davvero interessante. Vicoli assai ripidi sono collegati tra di loro da altri vicoli che seguono l’andamento delle curve di livello, e si aprono in improvvise piazze. E’ evidente l’impianto urbanistico a centri concentrici, con il Castello Baronale del XII secolo alla sua sommità.
Il nome di Maenza lo si fa derivare, in qualche modo, dal leggendario eroe Magentio, il Mezentius di origine etrusca ricordato nell’Eneide unitamente a Metabo, re della vicina Priverno.
Dalla originaria signora dei Canonici Lateranensi passò alla successiva proprietà dei De Ceccano che per tutto il secolo XIII la tennero in proprietà con i vicini castelli di Asprano, Monteacuto, Cacume insieme alle più lontane Roccagorga e Carpineto. Sono documentate tra il 1265 e il 1274 le visite che volle fare in questa cittadina lepina San Tommaso d’Aquino, il grande filosofo domenicano: esse furono dettate dalla stretta parentela con Francesca, una nipote del santo andata in sposa ad Annibaldo De Ceccano.