Sezze, l’antica Setia, è una città fondata dai Romani in pieno territorio volsco nel 382 a.C. quale baluardo difensivo. Durante la seconda guerra punica, Sezze fu considerata luogo sicuro tanto da ospitare i nobili prigionieri cartaginesi che con la loro rivolta stavano per mettere in crisi Roma. Durante la guerra tra Mario e Silla, Sezze parteggiò per il primo e perciò fu duramente punita con distruzioni dai sillani. Nel periodo romano Sezze fu soprattutto famosa per la bontà dei suoi vini, lodati da Marziale, Giovenale, Strabone e Cicerone. Nel suo territorio si trovano ancora i monumentali resti di ville romane che avevano un carattere latifondistico.
Nel medioevo Sezze ebbe una vita travagliata a causa della sua posizione geografica sull’unica strada di comunicazione fra il nord e il sud del Lazio: la via Pedemontana Volsca. Nel 956 Sezze, che era sotto la diretta amministrazione del papa, si organizzò come Libero Comune e si diede consuetudini e giurisdizioni proprie. Diversi papi soggiornarono a Sezze e a volte per lungo tempo: Gregorio VII nel 1073, Pasquale II nel 1116, Lucio III per circa un anno nel 1182.Nel 1331 Sezze, pur assediata dalle truppe di Ludovico il Bavaro, avversario della Chiesa, per lungo tempo si difese con coraggio respingendo l’attacco, meritandosi così la riconoscenza del papa. Nel 1387 anche il libero comune di Sezze fu occupato militarmente dalle truppe della potente famiglia Caetani. Per ben 12 anni gli occupanti commisero ogni genere di sopruso e di violenza, con saccheggi e ruberie, ma una sommossa popolare sorprese i mercenari dei Caetani, che furono tutti massacrati. Nel 1407 Ladislao re di Napoli occupò Sezze e il castello di Monte Trevi, mantenendovi stabilmente una guarnigione di soldati. Quando vi fu la pace fra il papa e Ladislao, questi non volle restituire Sezze e Trevi, perché molto importanti strategicamente, se non dietro il pagamento di un tributo triennale. Nel 1656 la grande peste che colpì l’Italia decimò anche la popolazione di Sezze.
Al dramma della peste si aggiunsero i saccheggi delle truppe spagnole e austriache che attraversarono più volte il territorio. Nel 1690 si registra la nuova fondazione dell’Accademia Scientifico Letteraria degli Abbozzati, una delle più antiche accademie d’Italia. Sezze ha dato i natali al drammaturgo Titinio del II secolo a.C. e al poeta epico Caio Valerio Flacco, autore dell’opera “Gli Argonauti”. A Sezze sono inoltre nati: san Carlo da Sezze (1613-1670), noto per i suoi scritti di alto valore teologico; il cardinale Pietro Marcellino Corradini (1658-1743), illustre giureconsulto e archeologo, autore dell’opera “Latium vetus”; il grande scultore Paolo Taccone detto Romano (XV secolo); il pittore Anacleto Della Gatta (XIX secolo), l’ultimo artista della scuola dei Macchiaioli toscani; il pittore Giuseppe Turchi, ritrattista. Sezze presenta una struttura urbana fortemente caratterizzata dalla presenza di un reticolo viario che tende a convergere, attraverso successivi circuiti, verso la parte più alta del paese, l’attuale piazza de Magistris. Case addossate, strade acciottolate, vicoli e gradinate, arredi in pietra, scale esterne, cimase, qualche bifora continuano a ricordare un gusto architettonico che sempre più tende a scomparire sotto le continue modifiche odierne.