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La Donna del XIX secolo nei Lepini e nel Lazio Meridionale, vista dai pittori del Grand Tour

In occasione della festa delle donne, ci immergiamo nelle profondità storiche dei Monti Lepini e del Lazio meridionale per esplorare la vita e la figura femminile del XIX secolo, attraverso gli affascinanti dipinti dei pittori del “Grand Tour”. Questo articolo è un omaggio al ricordo di una straordinaria mostra che ha illuminato Priverno dal 31 marzo al 15 aprile 2018 presso i portici San Paolo e Pietro, donando vita e colore ai ritratti delle donne lepine di quell’epoca. Attraverso alcune delle opere di questi artisti, riviviamo il passato e celebriamo la forza e la grazia delle donne che hanno plasmato la storia di questa affascinante territorio.

Alcune delle opere presentate alla Mostra:

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Filippo Indoni: Donna di Sonnino con uncinetto 

Filippo Indoni è un pittore di abile gusto illustrativo, specializzato nelle vedute della campagna romana e nelle scene di genere con costumi romani. Dipinse sia ad olio che ad acquarello, con eguale maestria. Nel 1883, espose alla Mostra Nazionale di Roma il dipinto “Le gioie del viaggio”; all’esposizione di Torino del 1884, presentò l’opera “Costumi dell’Impero”.

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Alessandro Ossani: Ritratto di donna elegante

Attivo a Roma fra il 1856 e il 1893. L’artista, del quale si hanno scarse notizie biografiche, comparve agli esordi alla Mostra romana degli Amatori e Cultori del 1856 (Ritratto, Donna in atto di adornarsi). Fu presente all’Esposizione di Milano del 1864 con un dipinto allegorico (La Musica) e alle esposizioni fiorentine del 1867 e del 1872 con numerosi ritratti, che sembrano testimoniare rapporti costanti con una qualificata committenza straniera (1867, Madame Hopeneim nata Fenzi, Baronessa d’Hooghvorst nata Marchesa Guadagni).

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Jean Auguste Dominique Ingres: Donna Romana

Jean-Auguste-Dominique Ingres nacque a Montauban, in Francia, primo di sette fratelli (cinque dei quali sono sopravvissuti al periodo neonatale). Il padre, Jean-Marie-Joseph Ingres (1755–1814), era un decoratore e miniatore non privo di talento. La formazione di Ingres avvenne nell’ambito artistico francese sotto la guida del padre, che fu in grado di valorizzare il precoce talento del figlio introducendolo all’esercizio del disegno.Jean-Auguste-Dominique Ingres è considerato uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo in pittura,  due, in particolare, sono i modelli artistici che hanno ispirato Ingres: Jacques-Louis David e Raffaello.L’ideale di bellezza assoluta, perseguito da Ingres, era stato fissato nella metà del Settecento dal teorico tedesco Johann Winckelmann ed era poi diventato il principio ideale degli artisti neoclassici. Purezza della linea di contorno, riduzione all’essenziale degli elementi della composizione, equilibrio della scena e studio dell’arte antica sono le norme essenziali dello stile neoclassico. A esse si ispira anche la pittura di Ingres.

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Wilhelm Nikolaj Mastrand: Ritratto di Ciociara

Pittore danese, allievo di Christoffer Wilhelm Eckersberg , visse a lungo (1836 – 1848)  a Roma e poi divenne direttore dell’Accademia di Copenaghen (1853). Diede il meglio di sé nelle rappresentazioni di commedie e drammi di Ludvig Holberg.

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Luis Leopold Robert: Donna di Sezze

Léopold Robert nacque in una famiglia di artigiani  francofoni protestanti ed ebbe un’infanzia felice, a fianco del padre orologiaio. Pure essendo nato nei pressi di Neuchatel, ed avendo quindi la nazionalità francese, poiché il principato era dominio della Francia, egli compì gli studi nel Jura, a Porrentruy, e divenne apprendista a Yverdon-les-Bains nel Vaud. Ma nel 1810 si trasferì a Parigi, dove inseguì un primo insegnamento dell’arte dell’incisione presso il laboratorio di Charles Samuel Girardet. Nel 1812 fu ammesso all’atelier di Jaques-Louis-David, dove iniziò a dipingere e a disegnare incidendo. Due anni dopo ottenne il secondo posto del prix di Roma per l’incisione. Nel frattempo però, con la caduta dell’impero, il principato di Neuchatel era stato tolto alla Francia e riattribuito alla Prussia, facendo perdere a Robert la nazionalità  francese e quindi la possibilità di partecipare al Prix de Rome. Egli allora tornò a La Chaux-de-Fonds, abbandonò il bulino e si dedicò interamente alla pittura con un certo successo. Eseguì infatti numerosi ritratti che lo resero famoso nell’ambito della borghesia di Neuchatel. Ma Robert ben presto, si indebitò e cadde in uno stato di abulia. Per sua fortuna incontrò François Roulet de Mézerac che lo aiutò e gli permise a dipengere inviandolo a Roma, dove si trattenne per 13 anni, fino al 1831. Dipinse scene di personaggi italiani in costume (spesso di malviventi), che gli fruttarono ammirazione e una clientela elitaria. Poté così saldare i suoi debiti e accettare numerosissimi incarichi.

In questo sentito tributo alla donna lepina, la mostra artistica tenutasi a Priverno nel 2018 ha brillato come un’affascinante celebrazione della femminilità attraverso l’arte. Ogni pennellata, ogni forma catturata nei dipinti ha raccontato una storia unica e preziosa. Portiamo con noi la consapevolezza di quanto il talento degli artisti abbia saputo trasformare la realtà quotidiana delle donne lepine in un’affermazione di forza, grazia e resilienza. La mostra non solo è stata una finestra sulla vita di un tempo, ma ha anche reso immortali, attraverso il linguaggio universale dell’arte, le donne che hanno plasmato la storia e la cultura dei Monti Lepini. La loro eredità continua a risuonare, alimentando la nostra comprensione e ammirazione per la ricca tessitura della vita femminile nel cuore della Lepina.

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