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Lazio, la Regione delle Meraviglie

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Si è tenuto lo scorso 6 luglio a Priverno nella straordinaria cornice del Borgo di Fossanova, presso il locale dell’Infermeria dell’Abbazia, la tappa dedicata alla provincia di Latina del tour ‘Lazio Regione delle Meraviglie’ voluto dall’Assessore regionale al Turismo, Lorenza Buonaccorsi, con il fine di elaborare e condividere con i principali attori del territorio e con gli esperti di settore le scelte strategiche che saranno alla base del nuovo Piano triennale del turismo 2018-2020. Nell’occasione la Compagnia dei Lepini ha partecipato con l’intervento del direttore Fabrizio Di Sauro sul tema delle potenzialità turistiche delle aree interne e di montagna e sull’esperienza di cooperazione dei Monti Lepini, di cui di seguito una sintesi.

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“Dopo aver esposto brevemente e sinteticamente il percorso di avvio delle Aree integrate di programmazione, promosse dalla Regione Lazio con la Legge 40/99 e da cui è nata la Compagnia dei Lepini, la riflessione è stata indirizzata alle nuove tematiche dello sviluppo turistico che negli ultimi anni hanno trasformato completamente il paradigma tradizionale dell’obiettivo turismo. Se per anni si è ritenuto che il tema della sostenibilità, intesa non solo come tutela dell’ambiente ma anche come tutela dell’identità, delle tradizioni, delle relazioni sociali, della cultura, rappresentasse un lusso perseguibile solo dopo aver raggiunto il necessario benessere economico, oggi si ritiene che non è possibile raggiungere un benessere economico se non si attuano politiche di sostenibilità.

Fabrizio Di Sauro - Direttore della Compagnia dei Lepini
Fabrizio Di Sauro - Direttore della Compagnia dei Lepini

Non si può creare turismo a cinque stelle in luoghi e con comunità ad una stella. E dunque la sostenibilità è diventata, di fatto, uno dei fattori di competitività più importanti di cui non è possibile fare a meno. E su questo aspetto un territorio come quello dei Monti Lepini, anche se segnato in qualche parte da fenomeni di logoramento, può giocare ancora una grande partita grazie alle notevoli risorse ambientali ancora integre, grazie alle notevoli risorse del patrimonio storico- archeologico ancora poco utilizzate, grazie alle antiche e recenti attività di  produzione agricola, della pastorizia  e degli allevamenti che possono essere sostenute,  e grazie al tessuto delle relazioni sociali che condividono un’identità territoriale. Il territorio, in questo nuovo approccio, è il fattore abilitante che permette l’identificazione di un ‘patrimonio territoriale’ con una caratteristica estensiva (non più limitata al singolo luogo) e integrata che richiama i valori dell’ambiente fisico, dell’ambiente costruito, dell’ambiente antropico e le loro relazioni coevolutive. Per anni abbiamo pensato al raggiungimento dello sviluppo turistico per conquistare un benessere per le comunità residenti, oggi appare più chiaro che è necessario far crescere il benessere delle comunità residenti se si vuole conquistare lo sviluppo turistico. Ed è possibile raggiungere questo risultato attraverso la valorizzazione del ‘patrimonio territoriale, sostenendo lo sviluppo di economie a base territoriale fondate sulla valorizzazione integrata e durevole delle risorse locali.”

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