Il museo della città e del territorio è sito nel palazzo Aldobrandini, antica sede della nobile famiglia romana, che dalla fine del secolo XVI agli inizi del secolo XIX costruì un suo “bello stato” o ducato di Carpineto, di cui facevano parte le comunità lepine di Gavignano, Montelanico, Gorga e Maenza.
La costruzione, una delle più importanti emergenze architettoniche, si innalza nella zona più elevata del centro storico, presentando chiari segni di fortificazione medievale con torre campanaria (secolo XIII) e contrafforti difensivi su una roccia precipite.
Il museo, ambizioso progetto culturale inserito nella rete consortile dei sistemi Lepini e regionali, prende a prestito il suo titolo da un’opera storica settecentesca di Antonio Ricchi di Cori (“La Reggia dei Volsci”), sottintendendo una riappropriazione dello spazio ducale dei signori Aldobrandini e dell’idea fondante della cultura montana di una cittadina che si identifica con il periodo storico degli Aldobrandini (fine secolo XVI – inizio secolo XIX) e con la glorificazione umana del più illustre dei suoi concittadini, quel Gioacchino Pecci eletto nell’anno 1878 a pontefice romano sotto il nome di Leone XIII (1878-1903).
Una storia comunitaria, che presenta uno spaccato significativo della società carpinetana, suffragata da fonti miste (oggettuali, archivistiche, iconografiche, orali e sonore), che si sviluppa su tre livelli di oltre 600 mq, investendo la parte nobile con il susseguirsi di ben 9 sezioni tematiche supportate da un piano inferiore di impronta medievale (efficace ricostruzione di un antico immagazzinamento signorile del prodotto agropastorale, che verrà adibito a ristorante di specialità lepine, seguendo i dettami della legge Ronchey) e da un altro piano superiore che accoglie già un notevolissimo patrimonio librario monotematico Lepino, importante laboratorio scientifico del patrimonio culturale dei monti Lepini (“biblioteca centralizzata Lepina”).
Il tutto in un contesto di arricchimento architettonico adeguatamente restaurato che valorizza anche ed in forma splendida quella medievale stratificazione abitativa, segno tangibile di potere e di rappresentanza, con precise esperienze dell’arte e della quotidianità, corredato da un invidiabile patrimonio urbanistico con belvedere che recupera un giardino barocco con il suo verde storico di bosso e alloro, che si avvale anche di specifici progetti per la messa a dimora di appropriate essenze botaniche lepine negli spazi esterni adibiti anche ad attività culturali e teatrali.
Il piano nobile comunque, a cui si accede da una scala esterna e idonee soluzioni interne atte al superamento delle barriere architettoniche, è il baricentro espositivo con nove stanze o ambienti ieri abitazione privata del governatore, del bargello e sala grande del consiglio comunitario.
Notevoli ed efficaci anche gli accorgimenti tecnologici d’allestimento: un abbassamento artificiale della temperatura corporea introduce alla lettura di pannelli significativi che vede protagonisti uomini e donne emigranti, con i loro passaporti, con gli oggetti rari della quotidianità ad essi appartenuti, arricchiti da un’adeguata ricerca archivistica che raccoglie in un “memory book” la dispersione biblica dei carpinetani nel mondo prima di accedere alla “stanza segreta”: una strettoia obbligata come era il porto di Ellis Island, a ricordo del controllatissimo accesso alla libertà americana ed al lavoro. Infatti spingendo una stretta porticina con gigantografia di una nave in partenza appaiono oltre un vicolo newyorchese con il cotto scuro, le botteghe, le scale antincendio e la statua della Libertà.
E’ una sintesi efficace della storia e del lavoro carpinetano nel mondo, che ancora ci coinvolge e ci appartiene.
Ma oltre queste eccellenze, il museo presenta una variabilità di strumenti cognitivi notevoli nella loro efficacia ottenuti con una serie di donazioni pertinenti da parte di privati o istituzioni pubbliche (chiese, conventi, archivi comunali).
L’allestimento presenta una serie di oggetti “guida” particolarmente significativi corredato da schede, gigantografie, ipertesti e audioguide.
La ricerca propedeutica all’allestimento ha privilegiato un taglio diacronico, illustrando gli aspetti fondamentali dei processi storici al fine di rendere evidenti i fenomeni di continuità e trasformazioni culturali, sociali ed economiche dal medioevo ad oggi; mentre il taglio “sincronico” ha comparato le diverse fonti della struttura sociale, affiancandovi un taglio” deduttivo” per illustrare il “particolare” come esemplificativo di un quadro più ampio e generale.
Le eccellenze museali de “La Reggia dei Volsci”, a cui ha dato un forte contributo tutta la cittadinanza, rappresentano non solo il secolare excursus della storia di una comunità di pastori e contadini, ma testimoniano una innata vocazione al culto del bello e dell’arte. Un chiaro richiamo è rappresentato dalla sezione V, una volta “aula palatii” che “pulsa campana” accoglieva le istanze democratiche del ducato di Carpineto espresse dal consiglio della comunità e dal governatore pro tempore: oggi essa aspetta di diritto il ritorno del “San Francesco in meditazione sulla morte” opera eccelsa attribuita al pennello di Michelangelo Merisi da Caravaggio, attualmente in deposito nel museo nazionale Barberini in Roma. Altra eccellenza significativa, frutto di un doloroso e notevole fenomeno sociale, durato nel tempo dalla fine del secolo XIX alla metà del XX secolo: è la IX sezione dedicata all’emigrazione carpinetana tra l’Europa, le Americhe e l’Australia. In un breve spazio sono state concentrate tutte le esperienze dolorose, le speranze e le delusioni di un dramma umano che investì intere generazioni.
I. Lo spazio (oggetto guida: plastico di Carpineto e fotografie Alinari): la morfologia del territorio, lo spazio urbano e rurale e la conflittualità tra quartieri e comunità.
II. Il tempo mitico, tempo di festa e di carestia (oggetto guida: la campana dell’abbazia di Valvisciolo e gli orologi pubblici): i miti della fondazione urbana, il tempo segnato tra la vita e la morte, i ludi dell’infanzia e la calendarizzazione del tempo.
III. I mestieri e l’habitat territoriale (oggetto guida: strumenti dell’agricoltura): i prodotti del bosco, la produzione agraria e le attività agropastorali presso uno stazzo
IV. Economia e società (oggetti guida: strumenti dell’artigianato): i mestieri urbani e le botteghe artigianali.
V. Il Rinascimento ed il “bello stato degli Aldobrandini” (oggetto guida: gli statuti comunitari del 1556 e “Il san Francesco in meditazione sulla morte” attribuito al Caravaggio): la ricostruzione attraverso le immagini e gli affreschi del secolo barocco.
VI. Il Pallio (oggetto guida: abito di Donna Olimpia Aldobrandini): la glo-rificazione dell’artigianato femminile attraverso la ricostruzione dei costumi barocchi degli Aldobrandini e la rievocazione storica del Pallio della Carriera.
VII. Religiosità e confraternite (oggetto guida: pianete e sacconi di confraternite): aspetti della religiosità istituzionale con oggetti e vasellame sacro appartenuti a chiese e confraternite.
VIII. Società e magistero (oggetto guida: l’abito di Leone XIII): la trasformazione sociale e urbanistica sotto il pontificato di Leone XIII.
IX. Emigrazione (oggetto guida: gigantografie degli emigrati): foto, immagini ed oggetti appartenuti agli emigrati carpinetani nel mondo con retrospezione o stanza segreta, simbolica ricostruzione di un microambiente con botteghe carpinetane in una via newyorchese.
Il museo della città e del territorio è sito nel palazzo Aldobrandini, antica sede della nobile famiglia romana, che dalla fine del secolo XVI agli inizi del secolo XIX costruì un suo “bello stato” o ducato di Carpineto, di cui facevano parte le comunità lepine di Gavignano, Montelanico, Gorga e Maenza.
La costruzione, una delle più importanti emergenze architettoniche, si innalza nella zona più elevata del centro storico, presentando chiari segni di fortificazione medievale con torre campanaria (secolo XIII) e contrafforti difensivi su una roccia precipite.
Il museo, ambizioso progetto culturale inserito nella rete consortile dei sistemi Lepini e regionali, prende a prestito il suo titolo da un’opera storica settecentesca di Antonio Ricchi di Cori (“La Reggia dei Volsci”), sottintendendo una riappropriazione dello spazio ducale dei signori Aldobrandini e dell’idea fondante della cultura montana di una cittadina che si identifica con il periodo storico degli Aldobrandini (fine secolo XVI – inizio secolo XIX) e con la glorificazione umana del più illustre dei suoi concittadini, quel Gioacchino Pecci eletto nell’anno 1878 a pontefice romano sotto il nome di Leone XIII (1878-1903).
Una storia comunitaria, che presenta uno spaccato significativo della società carpinetana, suffragata da fonti miste (oggettuali, archivistiche, iconografiche, orali e sonore), che si sviluppa su tre livelli di oltre 600 mq, investendo la parte nobile con il susseguirsi di ben 9 sezioni tematiche supportate da un piano inferiore di impronta medievale (efficace ricostruzione di un antico immagazzinamento signorile del prodotto agropastorale, che verrà adibito a ristorante di specialità lepine, seguendo i dettami della legge Ronchey) e da un altro piano superiore che accoglie già un notevolissimo patrimonio librario monotematico Lepino, importante laboratorio scientifico del patrimonio culturale dei monti Lepini (“biblioteca centralizzata Lepina”).
Il tutto in un contesto di arricchimento architettonico adeguatamente restaurato che valorizza anche ed in forma splendida quella medievale stratificazione abitativa, segno tangibile di potere e di rappresentanza, con precise esperienze dell’arte e della quotidianità, corredato da un invidiabile patrimonio urbanistico con belvedere che recupera un giardino barocco con il suo verde storico di bosso e alloro, che si avvale anche di specifici progetti per la messa a dimora di appropriate essenze botaniche lepine negli spazi esterni adibiti anche ad attività culturali e teatrali.
Il piano nobile comunque, a cui si accede da una scala esterna e idonee soluzioni interne atte al superamento delle barriere architettoniche, è il baricentro espositivo con nove stanze o ambienti ieri abitazione privata del governatore, del bargello e sala grande del consiglio comunitario.
L’allestimento presenta una serie di oggetti “guida” particolarmente significativi corredato da schede, gigantografie, ipertesti e audioguide.
La ricerca propedeutica all’allestimento ha privilegiato un taglio diacronico, illustrando gli aspetti fondamentali dei processi storici al fine di rendere evidenti i fenomeni di continuità e trasformazioni culturali, sociali ed economiche dal medioevo ad oggi; mentre il taglio “sincronico” ha comparato le diverse fonti della struttura sociale, affiancandovi un taglio” deduttivo” per illustrare il “particolare” come esemplificativo di un quadro più ampio e generale.
Le eccellenze museali de “La Reggia dei Volsci”, a cui ha dato un forte contributo tutta la cittadinanza, rappresentano non solo il secolare excursus della storia di una comunità di pastori e contadini, ma testimoniano una innata vocazione al culto del bello e dell’arte. Un chiaro richiamo è rappresentato dalla sezione V, una volta “aula palatii” che “pulsa campana” accoglieva le istanze democratiche del ducato di Carpineto espresse dal consiglio della comunità e dal governatore pro tempore: oggi essa aspetta di diritto il ritorno del “San Francesco in meditazione sulla morte” opera eccelsa attribuita al pennello di Michelangelo Merisi da Caravaggio, attualmente in deposito nel museo nazionale Barberini in Roma. Altra eccellenza significativa, frutto di un doloroso e notevole fenomeno sociale, durato nel tempo dalla fine del secolo XIX alla metà del XX secolo: è la IX sezione dedicata all’emigrazione carpinetana tra l’Europa, le Americhe e l’Australia. In un breve spazio sono state concentrate tutte le esperienze dolorose, le speranze e le delusioni di un dramma umano che investì intere generazioni.
Notevoli ed efficaci anche gli accorgimenti tecnologici d’allestimento: un abbassamento artificiale della temperatura corporea introduce alla lettura di pannelli significativi che vede protagonisti uomini e donne emigranti, con i loro passaporti, con gli oggetti rari della quotidianità ad essi appartenuti, arricchiti da un’adeguata ricerca archivistica che raccoglie in un “memory book” la dispersione biblica dei carpinetani nel mondo prima di accedere alla “stanza segreta”: una strettoia obbligata come era il porto di Ellis Island, a ricordo del controllatissimo accesso alla libertà americana ed al lavoro. Infatti spingendo una stretta porticina con gigantografia di una nave in partenza appaiono oltre un vicolo newyorchese con il cotto scuro, le botteghe, le scale antincendio e la statua della Libertà.
E’ una sintesi efficace della storia e del lavoro carpinetano nel mondo, che ancora ci coinvolge e ci appartiene.
Ma oltre queste eccellenze, il museo presenta una variabilità di strumenti cognitivi notevoli nella loro efficacia ottenuti con una serie di donazioni pertinenti da parte di privati o istituzioni pubbliche (chiese, conventi, archivi comunali).
I. Lo spazio (oggetto guida: plastico di Carpineto e fotografie Alinari): la morfologia del territorio, lo spazio urbano e rurale e la conflittualità tra quartieri e comunità.
II. Il tempo mitico, tempo di festa e di carestia (oggetto guida: la campana dell’abbazia di Valvisciolo e gli orologi pubblici): i miti della fondazione urbana, il tempo segnato tra la vita e la morte, i ludi dell’infanzia e la calendarizzazione del tempo.
III. I mestieri e l’habitat territoriale (oggetto guida: strumenti dell’agricoltura): i prodotti del bosco, la produzione agraria e le attività agropastorali presso uno stazzo
IV. Economia e società (oggetti guida: strumenti dell’artigianato): i mestieri urbani e le botteghe artigianali.
V. Il Rinascimento ed il “bello stato degli Aldobrandini” (oggetto guida: gli statuti comunitari del 1556 e “Il san Francesco in meditazione sulla morte” attribuito al Caravaggio): la ricostruzione attraverso le immagini e gli affreschi del secolo barocco.
VI. Il Pallio (oggetto guida: abito di Donna Olimpia Aldobrandini): la glo-rificazione dell’artigianato femminile attraverso la ricostruzione dei costumi barocchi degli Aldobrandini e la rievocazione storica del Pallio della Carriera.
VII. Religiosità e confraternite (oggetto guida: pianete e sacconi di confraternite): aspetti della religiosità istituzionale con oggetti e vasellame sacro appartenuti a chiese e confraternite.
VIII. Società e magistero (oggetto guida: l’abito di Leone XIII): la trasformazione sociale e urbanistica sotto il pontificato di Leone XIII.
IX. Emigrazione (oggetto guida: gigantografie degli emigrati): foto, immagini ed oggetti appartenuti agli emigrati carpinetani nel mondo con retrospezione o stanza segreta, simbolica ricostruzione di un microambiente con botteghe carpinetane in una via newyorchese.
Solo per i Gruppi è possibile previo accordo organizzare visite guidate in orari straordinari non indicati in tabella
Civiltà Lepine Carpineto Romano: Videoguida Museo Territoriale La Reggia dei Volsci