Fu consacrata nel 1183 da papa Lucio III, dell’impianto medievale della chiesa ne rimane solo l’abside. La facciata, pur se ampiamente rimaneggiata, presenta ancora un portico duecentesco a tre arcate, che insistono su due pilastri con semicolonnine addossate, poggianti sul leoni stilofori. Quella centrale è caratterizzata da un arco a tutto sesto, mentre le due laterali da archi a sesto acuto. La parte superiore della facciata fu interamente rimaneggiata nel XVIII secolo, realizzando un corpo centrale delimitato da due lesene con al centro un rosone privo di raggera, coronandola con un frontone semilunato, senza ornamenti architettonici. L’interno è stato completamente rivisto nel XVIII secolo ed è formato da tre navate con dieci cappelle laterali nelle quali sono conservati una tela raffigurante il Battesimo di Cristo (XVI secolo), una tavola lignea con l’immagine della Madonna di Mezzagosto (XV secolo), una scultura lignea del Cristo morto (XVII secolo) e le reliquie di San Tommaso d’Aquino. Attribuito allo scultore Giuseppe Baccari, nel Cappellone si può ammirare un crocifisso ligneo a grandezza naturale di gusto barocco. Sempre nel Cappellone è presente un coro ligneo di Fortunato Baccari. Dello stesso artista sono anche il pulpito, mentre il coro dell’abside è del tedesco Vuth. Nella navata centrale sono raffigurati cinque episodi del Vecchio Testamento e dell’Assunzione della Vergine. È situato nell’attuale Piazza Giovanni XXIII.
Edificata nel 1336, al di fuori delle mura cittadine, presso la Porta Romana, su una piccola cappella preesistente, fu completata nel Quattrocento. La chiesa, insieme all’ex ospedale adiacente, era tenuta dagli Antoniani ed è l’unico edificio sacro di Priverno che abbia conservato l’altare originario con la statua del santo e il pulpito. Ha un bel portale trecentesco di Toballo de Jannis, scultore lapicida privernate, e conserva all’interno numerosi affreschi di scuola privernate.
Sita nella parte esterna e meridionale della città, nella piazza omonima, è il monumento più antico di Priverno. Già sede vescovile, fu realizzata tra la fine del IX e il X secolo e rimaneggiata nel XIII secolo. Il campanile originario, distrutto da un fulmine nel 1785, fu ricostruito l’anno successivo. La chiesa fu poi ripetutamente modificata, fino al restauro integrale degli anni 1971 – 74. All’interno si conservano pregevoli affreschi del XIII secolo dovuti a maestri di formazione laziale e campana; a periodi successivi si riferiscono altri dipinti, realizzati da artisti locali, come una “Annunciazione” attribuita a Pietro Coleberti da Piperno (XV sec.) e gli affreschi dell’abside (XVI sec.).
Probabilmente antica quanto quella di S. Benedetto, la chiesa di S. Giovanni si ritiene edificata nel XI secolo e fu ricostruita parzialmente all’inizio del XIII secolo. L’interno è a tre navate. Fra i numerosi affreschi che ornano le sue pareti, la maggior parte databili al XV secolo, è particolarmente interessante il ciclo di S. Caterina d’Alessandria, dovuto a un maestro campano d’influenza fiorentina (XIV secolo). Pregevole il resto della composizione “Madonna col Bambino e santo vescovo” (XV secolo) pure di ascendenza toscana, dall’antica decorazione scultorea resta solo la “Crocetta”, piccola stele eretta davanti la chiesa con i resti del pulpito romanico. È situata nella piazza omonima.
Dedicata al santo patrono, si ritiene edificata tra il XIII e il XIV secolo. Vi si può ammirare un pregevole stucco di scuola romana del secolo scorso, raffigurante la “Gloria di S. Tommaso”. È localizzata in Piazzale Metabo.
Si ritiene edificata tra il XIII – XIV secolo. All’interno si conserva l’antica cappella appartenuta all’illustre famiglia tacconi di cui è visibile lo stemma gentilizio nella chiave di volta. È situata in Piazza S. Cristoforo.
Si trova in pieno centro storico nei pressi del palazzo comunale, in Via Consolare. Innalzata nell’anni 1734 dalla confraternita del Suffragio, all’interno si possono ammirare dipinti di Giuseppe Camponeschi: una serie della Via Crucis e soprattutto gli angeli musicanti.