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Priverno e la sua Antica Tradizione Vinicola: Un Viaggio nel Tempo attraverso la Mostra Res Rustica

Nel contesto della mostra Res Rustica, tenutasi dal 18 agosto al 17 novembre 2024 nei comuni del territorio dei Monti Lepini, Priverno si è distinto per la sua ricca storia vinicola. Questo piccolo comune del Lazio, con radici profonde che affondano nell’antica città romana di Privernum, ha avuto un ruolo di primo piano nella produzione vinicola sin dall’età repubblicana. Grazie a reperti archeologici conservati nel Museo Archeologico di Priverno, è possibile tracciare la storia di una delle più antiche aziende agricole del Privernate, guidata da un nome di rilievo nella Roma del II secolo a.C.: Marco Giunio Bruto.

MARCO GIUNIO BRUTO: IL GRANDE PROPRIETARIO TERRIERO E PRODUTTORE DI VINO 

Marco Giunio Bruto, figlio di un console e giurista di fama a Roma, era non solo una figura di spicco nella politica e nella vita intellettuale della capitale, ma anche un influente proprietario terriero. Nato attorno al 140 a.C., Bruto vantava una notevole eredità familiare e gestiva diverse proprietà agricole, tra cui un importante fundus situato nel fertile territorio di Privernum, come menzionato in alcune lettere di Cicerone. Privernum, grazie alle sue fertili pianure, al clima favorevole e a una rete di infrastrutture ben sviluppata, rappresentava una scelta strategica per l’insediamento di grandi aziende agricole. I terreni di questa zona erano particolarmente adatti alla viticoltura e alla produzione di olio, mentre le due vie d’acqua – i fiumi Amaseno e Ufente – collegavano la regione con il porto di Terracina, facilitando il commercio verso Roma e l’estero.Nonostante la sua residenza romana, Marco Giunio Bruto si recava spesso nella sua tenuta di Privernum per supervisionare personalmente le operazioni agricole. Come riportato da Cicerone, l’aristocratico controllava scrupolosamente il lavoro dei suoi schiavi e salariati, gestendo una produzione di vino che presto sarebbe diventata celebre non solo localmente, ma anche in altre aree del Lazio e oltre. Le testimonianze letterarie e archeologiche indicano che il vino prodotto nelle tenute di Bruto a Privernum era di alta qualità. Plinio il Vecchio, nella sua celebre opera Naturalis Historia, cita il vino di Privernum tra i migliori della regione laziale, contribuendo a consolidarne la fama. La conferma archeologica più eloquente di questa produzione vinicola arriva da un ritrovamento avvenuto a Privernum: un’anfora vinaria risalente alla seconda metà del II secolo a.C., recante il marchio di fabbrica M(arci) BRUT(i), ovvero “di Marco Giunio Bruto”. Questo marchio impresso su un’ansa d’anfora testimonia non solo la produzione, ma anche l’esportazione di vino in anfore fabbricate localmente, segno di una produzione su vasta scala.

Un’altra eccezionale scoperta è stata fatta al largo del Promontorio del Circeo, dove un gruppo di subacquei ha riportato alla luce anfore vinare del tipo Dressel 1A, databili attorno al II secolo a.C. Tra queste anfore, alcune erano ancora sigillate ermeticamente grazie a tappi di legno e pozzolana, conservando tracce del loro contenuto originale. Una di queste anfore, grazie a un’iscrizione detta titulus pictusù, ha permesso di ricostruire ulteriori dettagli sulla produzione vinicola di Bruto. L’iscrizione dipinta, purtroppo scomparsa poco dopo il recupero a causa del contatto con l’aria, è stata fotografata e studiata prima di deteriorarsi. Il titulus riportava la data consolare del 131 a.C. e indicava chiaramente che il vino contenuto nell’anfora proveniva dalla tenuta di Marco Giunio Bruto a Privernum. Questo vino, prodotto nelle rigogliose terre di Privernum, era destinato probabilmente ai mercati di Roma o a quelli d’oltremare, ma per ragioni ignote, il carico finì sul fondo del mare poco dopo il suo imbarco.

Nel contesto della mostra Res Rustica, il comune di Priverno ha scelto come simbolo una delle anfore recuperate dal fondale del Circeo. Questo reperto rappresenta non solo un’importante testimonianza della tradizione vinicola di Privernum, ma anche l’influenza economica e sociale di Marco Giunio Bruto nella regione. L’anfora, attribuita a Bruto grazie al titulus pictus ancora leggibile al momento del ritrovamento, è un prezioso pezzo di storia che getta luce sul fiorente commercio di vino nell’antica Roma. La storia del ritrovamento subacqueo è legata alla figura del subacqueo Umberto Natoli, che ha avuto l’onore di riportare in superficie questo importante reperto. Sebbene l’iscrizione sull’anfora sia svanita a causa di una reazione chimica avvenuta una volta esposta all’aria, il recupero e lo studio preliminare del titulus hanno permesso di confermare l’attribuzione dell’anfora a Marco Giunio Bruto. La partecipazione di Priverno alla mostra Res Rustica ha offerto un’opportunità unica per riscoprire e valorizzare la sua antica tradizione vinicola. Attraverso i reperti archeologici e le testimonianze storiche, è possibile comprendere come, già nel II secolo a.C., questa terra fosse un crocevia di commercio e produzione agricola di alta qualità. La figura di Marco Giunio Bruto, aristocratico e viticoltore, emerge come un simbolo di questa tradizione, legando il passato agricolo di Privernum alla storia più ampia dell’antica Roma. Grazie alla mostra, Priverno ha potuto celebrare la sua storia agricola e vinicola, facendo luce su una parte poco conosciuta ma fondamentale del suo patrimonio culturale. Le anfore di Bruto, il vino di Privernum e il loro legame con i mercati di Roma e d’oltremare sono testimonianze di un passato che ha ancora molto da raccontare.

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La rubrica “Pillole Artistiche” nasce con l’obiettivo di far conoscere, attraverso l’arte e i beni del territorio, i libri del “fondo locale” dei Lepini  e/o ricerche della Compagnia stessa pubblicate diversi anni fa. La Compagnia dei Lepini, che gestisce il Sistema Bibliotecario del territorio, ha il compito di valorizzare la produzione letteraria del fondo librario locale dove sono conservati volumi, che nei decenni scorsi hanno contribuito a promuovere la conoscenza del nostro territorio. Gli articoli  devono essere contestualizzati alla data in cui sono stati pubblicati i libri e/o le ricerche. Le ricerche più recenti potranno contribuire in futuro a comprendere nuovi aspetti dei beni, dei personaggi storici e dei periodi che verranno presi in esame. 
Articolo di: Sinopoli Francesco
Testo di riferimento: Catalogo della Mostra Res Rustica: L’Agricoltura dei Monti Lepini nel Tempo

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