A seguito del bando regionale sulla valorizzazione dei Sistemi culturali la Compagnia dei Lepini ha coordinato e sviluppato, in cooperazione con gli operatori dei musei e delle biblioteche del ‘Sistema territoriale dei Monti Lepini’ il progetto “GENTI LEPINE” che è stato ammesso a finanziamento per l’importo di 104.000,00 euro inclusivo del cofinanziamento del 10% da parte della stessa Compagnia dei Lepini. E’ stata una importante occasione di avvio sperimentale di un nuovo metodo di lavoro, tra i vari soggetti impegnati negli specifici istituti culturali con l’impegno nella funzione di coordinamento e stimolazione da parte della Compagnia dei Lepini, finalizzato a promuovere un approccio multidisciplinare e maggiormente integrato tra le varie realtà locali e le differenti specificità culturali in una comune strategia di promozione culturale. Consapevoli che la forza e il funzionamento di un sistema territoriale si fonda sostanzialmente su una forte identità culturale, il Sistema Territoriale Museale dei Monti Lepini, congiuntamente con il Sistema Bibliotecario intende proporre un progetto dal titolo: Genti Lepine. Personaggi, narrazioni e memorie per la costruzione dell’identità dei Lepini.
Un filo conduttore che permette di spaziare dall’antichità al mondo contemporaneo valorizzando e incrementando, nell’articolazione globale del Sistema, il patrimonio proprio e specifico di ogni museo e biblioteca attraverso un percorso che sappia riannodare in un’unica trama tante memorie “disperse” di gente, personaggi, artisti, letterati, momenti e movimenti culturali che hanno scritto e continuano a scrivere la storia del territorio. I Musei Archeologici di Priverno (archeologico e medievale) e di Segni, in stretta collaborazione con le biblioteche, affronteranno il tema approfondendo studi e ricerche su Le pietre parlanti. Racconti, storie e memorie di personaggi da “museo”, ovvero su iscrizioni e ritratti che hanno trasmesso nomi e volti di personaggi del passato, testimoni di storie e di vita. Pietre preziose e testimonianze più alte dell’antichità, raccolte e documentate in manoscritti e testi fin dal 1400, oggi memorie uniche di storie mai raccontate, conservati nei Musei Archeologici, in angoli nascosti delle città e nelle aree archeologiche. Il Museo del Territorio di Cori svilupperà il tema attraverso una mostra-presentazione della serie di otto vedute delle Antichità di Cora, disegnate e incise da Luigi Rossini nel 1825, e acquistate lo scorso anno dall’Associazione Culturale Arcadia di Cori. Le tavole, tutte appartenenti al medesimo esemplare della raccolta intitolata Le antichità dei contorni di Roma, rappresentano un efficace strumento di approfondimento sia del dato archeologico che di quello etnoantropologico. La Biblioteca di Cori svilupperà un’attività di valorizzazione della figura di Cesare Chiominto quale straordinario poeta locale. Alla valorizzazione del personaggio di Aldo Manuzio, cittadino doc di Bassiano, il Museo delle Scritture insieme alla Biblioteca, attraverso incontri, laboratori e un convegno, volgerà l’attenzione sull’importanza del libro, memoria della storia e della tradizione locale, dalle sue origini ad oggi con le sue prospettive per il futuro. A Norma, gli Istituti Culturali, analizzeranno le Genti Lepine attraverso il tema dell’interculturalità affrontato dal punto di vista antropologico, sociologico, archeologico e psicologico per evidenziare peculiarità e differenze che contraddistinguono ogni singolo individuo e ogni singola cultura. A Maenza, la vicenda umana di Rosa Di Ventura, cittadina ebrea vissuta nel Quattrocento, sarà l’occasione per ricostruire la dinamica dell’insediamento ebraico nell’area lepina tra XIII e XVI secolo, tra accoglienza e discriminazione da parte della popolazione cristiana, da Segni a Piperno: attività, cultura, personaggi e luoghi (cimiteri, quartieri e sinagoghe) per una proposta di itinerario ebraico nell’area lepina. Gente Lepina/Gli immigrati a Sezze nel 1800 sarà il tema trattato dalle Biblioteche di Sezze Centro e Sezze Scalo con lo scopo di recuperare la memoria di una consistente colonia di famiglie, proveniente soprattutto dalla Ciociaria, insediata sul Campo Superiore di Sezze, con particolare attenzione alla cultura ed alle tradizioni di una popolazione allora totalmente analfabeta. Parallelamente il locale Museo Etnografico del Giocattolo darà voce agli anziani per un Dialogo tra generazioni, con racconti alle nuove generazioni su la vita di pastori e contadini dei Monti Lepini. Sul fenomeno dell’emigrazione, ancora di forte attualità, sarà il Museo e la biblioteca di Carpineto Romano ad avviare nuovi approfondimenti, con laboratori didattici, mostre fotografiche e incontri con letture di documenti e testimonianze che arricchiranno la sezione del Museo La Reggia dei Volsci e le raccolte della biblioteca. Uno sguardo particolare alla contemporaneità sarà offerto dall’EtnoMuseo dei Monti Lepini e dalla Biblioteca di Roccagorga, impegnati nella promozione e condivisione dei risultati del progetto di ricerca Diversità/Neoruralità/Manutenzione del territorio. I musei etnografici incontrano la contemporaneità. Un progetto che nelle sue prime fasi ha già realizzato una originale documentazione etnografica sulla trasformazione di quelle genti lepine che, pionieri nelle aree rurali, operano oggi come intermediari tra la tradizione contadina e la nuova agricoltura mettendo insieme saperi, sensibilità e tecnologie di culture diverse, sperimentando modi glocal di vivere e produrre inediti. Il progetto così concepito, per l’ampiezza e la diversità delle dinamiche e degli approcci proposti da ciascuna struttura culturale, rappresenta una vetrina di estrema importanza per tutto il territorio coinvolto, valorizzando al tempo stesso i sistemi culturali coinvolti e favorendo nuove strategie di promozione e comunicazione. La ricerca scientifica, posta come fondamentale base di partenza per poter costruire la solida impalcatura di tutte le proposte avanzate, costituisce un indispensabile fondamento, è mirata ad arricchire e potenziare le raccolte di musei e biblioteche locali. La divulgazione e la diffusione di queste ricerche è, nella seconda fase del progetto, affidata ad un linguaggio del tutto innovativo, che non si vuole destinare ad pubblico di élite, ma si vuole calare nel tessuto quotidiano della vita culturale del territorio, narrando storie che appartengono ad una comunità. Il coinvolgimento di associazioni culturali, cittadini, studenti nella programmazione e nell’organizzazione delle attività, da svolgere in luoghi da riscoprire quali palazzi storici, aree archeologiche o centri storici, è intesa nell’ottica di un miglioramento dell’accessibilità dei servizi culturali. “Aprendo le porte” ad una partecipazione di pubblico eterogeneo e diversificato si punta ad aumentare non solo il numero degli utenti, ma soprattutto rafforzare il ruolo di musei e biblioteche locali, quali servizi essenziali di un territorio: veri motori della vita culturale delle città e custodi di una identità culturale di cui la nostra società deve riappropriarsi.