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Res Rustica: Frantoi, Mole e Molini

La mostra “Res Rustica – L’Agricoltura dei Monti Lepini nel tempo”, tenutasi dal 18 agosto al 17 novembre 2024 , ha rappresentato un evento culturale di grande rilevanza per il territorio. Questo progetto non solo celebra la tradizione agricola millenaria dei Monti Lepjni, ma la inserisce in un contesto contemporaneo attraverso un approccio innovativo e condiviso con tutti gli istituti culturali locali. L’agricoltura, infatti, ha da sempre costituito un pilastro fondamentale per la vita civile dei Monti Lepini, plasmando l’identità sociale, economica e antropologica delle sue comunità. La mostra itinerante, arricchita da conferenze, performance artistiche e oggetti emblematici provenienti dai musei locali, offre uno sguardo approfondito su come le pratiche agricole abbiano evoluto nel tempo, dalla tradizione alle esperienze più moderne e sostenibili. Attraverso un percorso storico e culturale, “Res Rustica” si propone di rafforzare l’offerta culturale del territorio, mettendo in rete le risorse locali e creando un nuovo patrimonio condiviso, capace di attrarre e coinvolgere una vasta gamma di pubblico, dai cittadini ai turisti.

FRANTOI, MOLE E MOLINI: L’ECONOMIA AGRICOLA MEDIEVALE NEI TERRITORI DEI MONTI LEPINI 

Durante il Medioevo, l’economia dei territori dei Monti Lepini si fondava principalmente sull’agricoltura e sulla pastorizia. Questa regione del Lazio meridionale, caratterizzata da un paesaggio montuoso e ricco di risorse naturali, sviluppò un sistema economico basato su pratiche agricole tradizionali e su una rete di frantoi e molini che giocavano un ruolo cruciale nella trasformazione dei prodotti agricoli. Queste strutture, molte delle quali ancora visibili nei centri storici e lungo i corsi d’acqua, rappresentano testimonianze preziose dell’organizzazione economica e sociale dell’epoca.

L’AGRICOLTURA NEI MONTI LEPINI: COLTIVAZIONI E STATUTI COMUNALI 

La coltivazione dei cereali, dell’olivo e di ortaggi come il cavolo nero costituiva il cuore dell’agricoltura lepina. Gli Statuti Comunali adottati dai vari centri abitati offrono una panoramica dettagliata su come queste attività fossero regolate e organizzate. Ad esempio, nel territorio di Segni, la coltivazione dei cereali e degli olivi era predominante, in una straordinaria continuità con le pratiche agricole di epoca romana. Il cavolo nero, pianta tipica della tradizione romana, veniva seminato nei terreni circostanti la città, riflettendo un’attenzione alla coltivazione che andava oltre il semplice sostentamento, coinvolgendo anche aspetti culturali e identitari. Gli Statuti Comunali regolavano non solo l’agricoltura, ma anche la pastorizia, la vendita delle carni e le attività artigianali, dimostrando come queste comunità fossero strettamente organizzate attorno alla gestione delle risorse naturali. I testi statutari, infatti, documentano con precisione le pratiche agricole, la gestione delle terre e le dinamiche economiche che caratterizzavano la vita nei Monti Lepini.

FRANTONI E MOLINI: IL CUORE DELL’ECONOMIA LOCALE 

I frantoi e i molini erano strutture fondamentali per l’economia medievale dei Monti Lepini, poiché consentivano la trasformazione dei prodotti agricoli in beni di consumo e di scambio. I frantoi, utilizzati per la spremitura delle olive e la produzione dell’olio, erano spesso situati all’interno dei centri urbani, e alcune di queste strutture sono ancora oggi visibili nelle suggestive cantine dei borghi storici. Qui si possono osservare vasche per la molitura e antiche pietre molari, generalmente realizzate in calcare, che testimoniano l’importanza di queste attività nel tessuto economico e sociale del tempo. I molini, invece, erano prevalentemente collocati lungo i corsi dei fiumi, sfruttando la forza idrica per macinare i cereali. Nel territorio lepino, lungo il fiume Amaseno e il fiume Sacco, si trovavano numerosi molini, spesso associati a strutture fortificate come torri, che facevano parte del sistema di difesa dei vari territori. Queste torri, oltre a proteggere i molini, garantivano il controllo delle principali vie di comunicazione e dei nodi strategici, evidenziando l’importanza topografica di queste strutture.

I MOLINI DI PRIVERNO E SEGNI: SIMBOLI DI UN’ECONOMIA DINAMICA

Un esempio significativo dell’importanza dei molini per l’economia locale è rappresentato dai molini situati lungo il fiume Amaseno, nel territorio di Priverno. Qui si trovavano tre molini principali: le Mole Sante, di proprietà del Capitolo di Santa Maria; le Mole Comuni, di proprietà comunale; e il molino della Badia, di pertinenza dell’Abbazia di Fossanova. Questi molini servivano non solo la comunità di Priverno, ma anche i vicini paesi di Maenza, Roccasecca e Sonnino, dimostrando come l’economia agricola fosse strettamente interconnessa tra le diverse comunità della regione. Sul fiume Sacco, nel territorio di Segni, è ancora conservato il Mulino della Mola, affiancato dalla torre omonima. Questo mulino, costruito su terreni di proprietà del Capitolo della Cattedrale, rappresentava una delle principali fonti di reddito per la comunità di Segni. L’importanza di questa struttura è attestata da un documento del 28 maggio 1259, che riporta l’accordo tra il Clero e le Magistrature per la costruzione del mulino pubblico. Situato lungo una delle antiche vie di accesso alla città, Via della Mola, il mulino era collocato in un punto strategico, facilmente raggiungibile e ben controllato dalla città.

LA STRATEGIA TOPOGRAFICA E L’EVOLUZIONE DELLE INFRASTRUTTURE

La scelta di collocare i molini in punti nevralgici del territorio, come lungo le principali arterie viarie o presso i corsi d’acqua, non era casuale. Queste strutture non solo facilitavano l’accesso alle risorse idriche necessarie per il funzionamento dei molini, ma permettevano anche un controllo efficace delle vie di comunicazione e del commercio. La vicinanza ai fiumi e alle strade principali garantiva un flusso costante di materie prime e prodotti finiti, contribuendo a sostenere l’economia locale e a rafforzare i legami tra le diverse comunità dei Monti Lepini. Il Mulino della Mola di Segni, ad esempio, era situato in un punto cruciale dove Via della Mola incontrava il corso del fiume e incrociava altre importanti vie di comunicazione, come la Via Carpinetana e la Via Latina. Questo collocamento strategico sottolinea l’importanza topografica e commerciale dei molini, che, oltre a svolgere una funzione economica, erano anche elementi chiave nella rete di difesa e controllo del territorio.

IL DECLINO E L’EREDITA’ DEI MOLINI MEDIEVALI 

Nonostante l’importanza economica e strategica, molte di queste strutture iniziarono a declinare con l’avvento delle nuove tecnologie e con i cambiamenti economici e sociali che caratterizzarono l’epoca moderna. Tuttavia, i molini continuarono a essere utilizzati in alcune aree fino al XIX secolo, come dimostrano le numerose richieste della comunità di Segni al Governo Pontificio per la riparazione del Mulino della Mola. Questi documenti testimoniano la persistenza dell’importanza economica di queste strutture, anche in un’epoca di cambiamento. Oggi, i resti di frantoi e molini medievali nei Monti Lepini rappresentano un patrimonio storico e culturale di grande valore. Essi non solo raccontano la storia dell’economia agricola medievale, ma offrono anche uno spaccato della vita quotidiana e delle tradizioni che hanno plasmato il territorio. La conservazione di queste strutture è fondamentale per mantenere viva la memoria di un’epoca in cui l’agricoltura e la pastorizia erano al centro della vita comunitaria, e in cui i frantoi e i molini rappresentavano il cuore pulsante dell’economia locale.

La rubrica “Pillole Artistiche” nasce con l’obiettivo di far conoscere, attraverso l’arte e i beni del territorio, i libri del “fondo locale” dei Lepini  e/o ricerche della Compagnia stessa pubblicate diversi anni fa. La Compagnia dei Lepini, che gestisce il Sistema Bibliotecario del territorio, ha il compito di valorizzare la produzione letteraria del fondo librario locale dove sono conservati volumi, che nei decenni scorsi hanno contribuito a promuovere la conoscenza del nostro territorio. Gli articoli  devono essere contestualizzati alla data in cui sono stati pubblicati i libri e/o le ricerche. Le ricerche più recenti potranno contribuire in futuro a comprendere nuovi aspetti dei beni, dei personaggi storici e dei periodi che verranno presi in esame. 
Articolo di: Sinopoli Francesco
Testi di riferimento: Catalogo della Mostra Res Rustica: L’Agricoltura dei Monti Lepini nel tempo

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