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Un Patto per lo sviluppo locale e il lavoro dei Monti Lepini

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Abbiamo sentito la necessità di promuovere l’avvio di una fase di riflessione, analisi e valutazione tra le istituzioni territoriali che cooperano tramite e con la Compagnia dei Lepini, le Organizzazioni delle categorie economiche e le Forze sociali insieme alle Rappresentanze istituzionali della Regione Lazio sulla tematica dello sviluppo locale e dell’occupazione.

Riteniamo sempre più convintamente che è possibile costruire una prospettiva di sviluppo locale che sia sostenibile, eco-compatibile, solidale ed equa nell’ottica della valorizzazione dei Territori.

Con questo punto di vista il territorio è lo spazio che identifica e definisce il quadro interconnesso dei problemi ma è anche una dimensione naturale e privilegiata per individuare le soluzioni più opportune agli stessi problemi.

Noi siamo, inoltre, convinti che la sostenibilità ecologica e le immagini della ‘territorialità’ costruite sulla rilevanza delle dotazioni culturali e ambientali non costituiscono più ‘esternalità’ rispetto ai meccanismi di produzione delle economie, ma piuttosto ne diventano tra i principali elementi generatori e tra i fattori che ne determinano la competitività.

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La realtà dei Monti Lepini può rappresentare un efficace paradigma per questo approccio. E’ un territorio posto ai margini delle aree di sviluppo agricolo della pianura Pontina e delle aree urbane di sviluppo industriale di Latina, di Colleferro e di Frosinone, con infrastrutture molto limitate e vetuste, con un sistema produttivo locale notevolmente debole e frammentato.  E’ un bacino geografico con una popolazione di circa 150.000 abitanti residenti che hanno visto una drastica riduzione di opportunità per realizzare il proprio benessere.

Eppure i Monti Lepini hanno una storia importante che si dispiega in più di un Millennio, con la nascita e lo sviluppo di numerosi e importanti Centri Storici e con l’incremento delle numerose comunità locali che hanno saputo dar vita ad una economia territoriale sufficiente a soddisfare le esigenze di sussistenza ma anche di generare ricchezze per una parte della popolazione che ha lasciato numerose testimonianze nell’Arte, nell’Architettura, nella Cultura dei nostri centri. E, dunque, questo territorio che è il frutto dei tanti processi, naturali e di interventi umani, rappresenta oggi un enorme palinsesto che può generare nuove forme di ricchezza. Si tratta di accettare la sfida di riconoscere al territorio la capacità di descrivere la geografia dell’identità di ciò che è stato e di conseguenza di riconoscere allo stesso territorio la capacità di produrre il cambiamento verso ciò che dovrà essere. E si tratta di dare un valore nuovo al grande sforzo fatto dalle istituzioni del territorio di mantenere un livello impegnativo di cooperazione e collaborazione, anche per il tramite della Compagnia dei Lepini, poiché rappresenta il presupposto prezioso per affrontare la complessità dei fatti fisici e sociali che agiscono sui processi di sviluppo locale.

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In questo contesto pensiamo ad uno sviluppo per cui la sostenibilità diventa l’orizzonte di riferimento all’interno del quale incardinare le iniziative che possono realizzare un progresso nel territorio e ad obiettivi da perseguire mediante la salvaguardia attiva ed adattiva delle risorse endogene. Quindi la scelta della sostenibilità ambientale dello sviluppo non soltanto per tutelare il valore intrinseco di alcuni principi o beni ambientali, ma, soprattutto, come possibile soluzione alla decadenza o alla stagnazione di quelle attività economiche storicizzate che hanno giocato un ruolo trainante per il contesto socio-economico territoriale.

Le tematiche inerenti la tutela, valorizzazione, promozione delle risorse ambientali diventano, in questo contesto, elementi fondamentali di un approccio a una più generale “forma” di progetto di territorio fondato su strategie mirate allo sviluppo locale da perseguirsi mediante modalità di fruizione turistica dei beni storico-culturali e paesaggistici. Facendo bene attenzione ad evitare che il turismo, che si configura come possibile dispositivo di rivitalizzazione di una economia territoriale in crisi, non si trasformi in un fenomeno di degrado e perdita di identità come è già accaduto in alcuni territori del nostro Paese. Il turismo, infatti, sottoposto alla concentrazione spazio-temporale dell’epoca della globalizzazione, spesso perde la relazione con il viaggio inteso come esperienza conoscitiva e scoperta dei luoghi (e riscoperta, nei luoghi, di se stessi) per cedere alla banalità dell’immediatezza, dell’immagine e del consumo, nonché alla modificazione della realtà a somiglianza dell’immagine preconcetta di un luogo che diviene così solo “merce da vendere”.

La questione si pone quindi nei termini di recuperare la memoria e l’identità dell’ area che, nell’ultimo secolo, ha visto spesso degrado ed emigrazione, di attualizzare un mondo di valori ormai quasi del tutto misconosciuto, di inventare nuovi ruoli per interi territori e per i loro abitanti. È necessario riuscire a comprendere che colmare questo vuoto rappresenta, prima di tutto, una sfida culturale nelle quali le risorse endogene, naturali, storico-culturali e identitarie, possono realmente assumere il ruolo di fattore caratterizzante dello sviluppo locale, un sistema culturale locale come base di un sistema economico locale. Ma per fare ciò è necessario orientare su questa prospettiva risorse, strategie opportune, anche finanziarie, che possano incentivare quell’insieme di iniziative mirate a qualificare i luoghi, a sviluppare la conoscenza e la coscienza di queste risorse, a riformulare la base di una cittadinanza radicata al territorio.

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Ma come possiamo affrontare questa grande sfida culturale?

Noi riteniamo che si debba dare un’attuazione delicata e complessa a tre grandi strategie:

riterritorializzare economia e lavoro; ricontestualizzare la società; rivitalizzare la cultura locale.

Prima di tutto, quindi, si pone la necessità di invertire la storica tendenza che va dall’abbandono al depauperamento delle risorse locali, investendo invece, su queste ultime, energie e mezzi al fine di concretizzare un obiettivo mirato a creare un modello di “sviluppo locale autostenibile” che sia capace di invertire le relazioni dei modelli classici del progetto di

territorio, individuando nuovi scenari del pensare e dell’agire mirati alla definizione di una “geografia volontaria” rinnovata, che abbia il paesaggio come riferimento e che si basi per un verso, su una visione del territorio come palinsesto di paesaggi ereditati da conservare e/o trasformare, per l’altro sull’attribuzione di valore (passato, presente e futuro) ai molteplici paesaggi così come espressi dal mosaico delle identità locali simili e differenti.

Diviene pertanto indispensabile l’interazione con le molteplici realtà locali e quindi con i differenti “piani di vita” dei soggetti che le abitano e che ne hanno interesse. Anche per questo noi abbiamo promosso questo incontro. Siamo ben consapevoli che la necessità è quella di dar vita ad un “progetto collettivo” che sia in grado, anche, di realizzare un passaggio dal sistema di governo alla governance per favorire una più adeguata partecipazione e condivisione dei processi da parte dei molteplici soggetti della società civile.

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Cosa fare e in che modo?

Il territorio dei Monti Lepini, la cui identità territoriale ci viene fornita inequivocabilmente dalle caratteristiche morfologiche, di architettura del paesaggio e dalle permanenze storiche-antropiche, è lo spazio geografico che può essere individuato come l’area obiettivo di un Patto per lo sviluppo locale che, con la partecipazione e il coinvolgimento delle istituzioni, forze sociali e organizzazioni economiche dovrà definire dei progetti di intervento finalizzati a valorizzare il territorio come un possibile sistema integrato di sviluppo turistico locale. Un Patto per lo sviluppo locale che consta di un quadro di misure e di iniziative integrate volte alla creazione di un sistema economico locale basato su un sistema culturale locale.

Un Patto per lo sviluppo locale che potrebbe avvalersi dello strumento dell’Accordo di programma e/o una legge specifica per i Lepini al fine di realizzare il coordinamento e le modalità di attuazione del “progetto collettivo”.

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Quali gli ambiti di intervento?

Le aree industriali contigue al nostro territorio versano da anni in una crisi che appare irreversibile. La difficoltà di importanti realtà produttive ci impongono di promuovere programmi di sviluppo indirizzati ad una riconversione e riqualificazione del complesso tessuto imprenditoriale. Così come ci auspichiamo che avvenga per le zone interessate all’area di crisi complessa sul versante romano e del frusinate speriamo che anche sul versante pontino possano essere messe in campo azioni volte a rafforzare il tessuto produttivo esistente; ad attrarre investimenti; a sostenere il reintegro dei lavoratori espulsi dal ciclo produttivo; a sostenere politiche attive del lavoro.

Noi riteniamo, dunque, che l’urgenza (se non l’emergenza) sia rappresentata dal grave problema dell’occupazione. Paradossalmente disponiamo di una considerevole quantità di persone disoccupate o occupate in modo precario che sono altamente qualificate nell’ambito della Cultura che è il settore con maggiori potenzialità di sviluppo territoriale.

Disponiamo di un Sistema territoriale dei Musei, delle aree archeologiche e delle Biblioteche dei Monti Lepini costituito da circa 20 Istituti culturali diffusi in quasi tutti i Comuni del territorio. Così come è accaduto in altre zone d’Italia (p.e. Napoli) si potrebbero sperimentare progetti di start-up creative che sosterrebbero l’occupazione per un tempo determinato generando una forte stimolazione anche per la creazione di nuove imprese e di nuovi prodotti culturali. Perché il prodotto culturale è una risorsa di valore, rara, inimitabile e difficilmente trasferibile e riproducibile in altri ambienti diversi dal contesto territoriale di appartenenza. E’ possibile, e in molte località ampiamente dimostrato, che la Cultura e il Patrimonio culturale considerato come elemento di polarizzazione può essere di aiuto e rafforzare elementi economici tradizionali in declino o particolarmente deboli.

Un ambito di intervento assolutamente strategico per uno sviluppo territoriale e per una attivazione e implementazione delle politiche attive per il lavoro coinvolge senza alcun dubbio l’ambito delle Attività Formative rivolte sia ai lavoratori disoccupati e inoccupati che a coloro che necessitano di una riqualificazione per ottenere o conservare l’occupazione.  La Compagnia dei Lepini è anche un soggetto accreditato per le attività formative che può offrire un contributo significativo sia in termini di pianificazione delle attività strategiche che in termini di attuazione di progetti di formazione.

Convinti, da sempre, che l’Ambiente (nella sua accezione più ampia) e l‘Economia di un territorio siano due dimensioni fortissimamente correlate in quanto qualunque azione economica ha ricadute ambientali e ogni intervento in campo ambientale ha ricadute economiche siamo, da sempre, promotori di uno sviluppo sostenibile che considera lo sviluppo economico e la tutela ambientale obiettivi da perseguire congiuntamente.

In questo ambito c’è l’esigenza di agire con risorse più incisive al fine di assicurare la necessaria tutela e valorizzazione della Biodiversità, prevedendo l’istituzione del Parco Regionale dei Monti Lepini, al fine di poter concorrere a rilevare e affrontare le emergenze ambientali come gli interventi previsti per la questione della Valle del Sacco e per il monitoraggio delle zone SIC e ZPS. Con questo approccio sarà utile anche considerare come interagire nell’Area di crisi complessa. Si rileva inoltre che le recenti istituzioni di Monumenti naturali , da parte della Regione Lazio, del “Fosso bivolco e superfici calcaree con impronte di dinosauri” di Sezze, “Area sorgiva del Monticchio” di Sermoneta,  possono rappresentare una occasione per sperimentare forme e capacità gestionali e una ulteriore opportunità di sviluppo occupazionale.

L’ambito dell’agricoltura, delle produzioni tipiche locali, dell’enogastronomia rappresenta una risorsa straordinaria per lo sviluppo socio-economico del territorio. Esistono esperienze già di successo nell’ambito della produzione del vino e dell’olio che hanno realizzato contemporaneamente un processo di valorizzazione del proprio prodotto e del territorio di produzione allo stesso tempo. Un risultato molto importante, da questo punto di vista, è stata la costituzione della Strada del Vino e dell’Olio della provincia di Latina. Ma molto ancora si può fare lavorando nell’ambito dei prodotti autoctoni, biologici, biodinamici, nell’ambito della valorizzazione della biodiversità e del rafforzamento della qualità dei prodotti anche attraverso  il recupero della storia, delle tradizioni e dei costumi locali.

Un ambito di intervento assolutamente necessario è quello del Turismo. La riconosciuta vocazione turistica del nostro territorio deve trovare una fase di concretizzazione attraverso il necessario sostegno dell’assessorato al Turismo nell’ambito della promozione del territorio sui mercati nazionali e internazionali, nell’ambito del sostegno alla cooperazione con gli operatori turistici, nell’ambito del miglioramento e potenziamento dell’offerta dei servizi turistici del territorio.

L’ambito sentito come quello più strategico è certamente quello della Cultura, anche in relazione all’esigenza di sviluppare una proposta di turismo culturale che possa rappresentare una offerta concorsuale con la città di Roma.  Nel settore della Cultura c’è il bisogno di un sostegno per realizzare le fondamentali attività di produzione culturale ma c’è un bisogno importante per sostenere le attività di ricerca sul territorio che, oltre ad essere una ulteriore occasione di occupazione, producono quelle conoscenze ed informazioni che rafforzano la competitività del territorio.

Riteniamo che una maggiore attenzione verso il territorio, in una logica di sperimentazione di modelli di sviluppo locale,  possa prevedere proficuamente un rapporto di cooperazione diretto ed integrato con le Società e le Agenzie della Regione Lazio per le varie e differenti competenze quali: Lazio Innova, Lazio Crea, Arsial.

Queste sono solo alcune indicazioni di massima delle tematiche che potremo affrontare nella prospettiva di costruire un Patto per lo sviluppo locale e il lavoro dei Monti Lepini che veda l’impegno della Regione Lazio, delle Istituzioni locali, delle Organizzazioni delle categorie economiche e delle Forze sociali e della Compagnia dei Lepini, tutti insieme, per definire un progetto di sviluppo pluriennale che rappresenti il planning economico territoriale con cui lavorare per i prossimi anni.

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