Viaggio nel passato: esplorando il Museo Archeologico di Priverno
Il Museo Archeologico, dal 2013, è ospitato nel Palazzo Valeriani-Guarini-Antonelli, una dimora storica di grande prestigio che affaccia sulla bella piazza principale della città, di fronte alla cornice medievale disegnata dal Duomo e dal Palazzo Comunale. L’edificio, residenza di illustri famiglie locali e segnato da vicende costruttive di XIII e XVI secolo, si presenta oggi secondo una totale ricostruzione realizzata fra il 1924 e il 1926 che ha riproposto, attraverso un impegnativo restauro voluto dagli allora proprietari, i fratelli Antonelli, l’originaria facciata rinascimentale con il suo decoro pittorico ‘a graffito’, di colore amaranto e grigio piombo.
Gli interni sono impreziositi da un ciclo pittorico in tardo-Liberty che decora tutti i soffitti con un’accentuata varietà di stili. Motivi geometrici con palesi richiami di scuola viennese, stesi a olio sui soffitti lignei, si contrappongono a una pittura su intonaco più libera e ridondante, con rivisitazioni di ‘grottesche’, allegorie zodiacali, erme, cariatidi che sorreggono cornucopie neorococò ricolme di frutta e fiori oppure clipei con interessanti vedute urbane della Priverno di allora. L’intero patrimonio pittorico è stato restaurato nell’ambito dei recenti lavori di adeguamento dell’edificio a sede museale ed è fruibile, con un percorso nel percorso, all’interno dell’allestimento espositivo che si inserisce nelle dodici sale del Palazzo, rispettandone architettura e decori.
Il Museo è dedicato a Privernum, città che fu volsca e poi romana, e accompagna il visitatore a scoprire le più antiche fasi di vita del territorio, dall’età protostorica al nascere e alla vita della colonia romana, fondata nel tardo Il secolo a.C. nel cuore della piana dell’Amaseno La collezione esposta è ricca e le novità archeologiche sono tante. Oltre mille oggetti, fra mosaici, statue, ritratti, iscrizioni, terrecotte, ceramiche da cucina e da mensa, decori architettonici e tanto altro ancora, accompagnati da un efficace apparato didattico, sono ‘messi in mostra’ per raccontare frammenti di storia e ricomporre limmagine di Privernum antica, plasmata nei variegati e molteplici aspetti di quella che fu la sua vita cittadina dal Il secolo a.C. a tutta l’età romana. L’elevato tenore dell’edilizia pubblica si materializza soprattutto nel sontuoso decoro marmoreo del foro e del teatro, con statue, ritratti e iscrizioni della famiglia imperiale – di Claudio, di Livia, di Tiberio, di Germanico, di Agrippina, di Nerone fanciullo, di Domiziano – che si assommano a preziosi elementi architettonici in marmi pregiati.
Raffinati mosaici policromi di stampo ellenistico sono invece gli autorevoli testimoni del lusso delle antiche domus patrizie: fra questi fa spicco una lunga soglia che si snoda per quasi cinque metri a illustrare un paesaggio ambientato in Egitto, lungo il fiume Nilo. È un’opera di straordinario pregio artistico che, grazie a un sapiente gioco a incastro di minuscole tessere dai colori ora tenui e ora vivaci, offre un vivace spaccato di tutta la brulicante e multiforme vita lungo il grande fiume, con il suo ambiente palustre, la sua fauna e la sua flora che accompagnano curiose vignette animate da Pigmei.
Il nuovo Museo di Palazzo Valeriani-Guarini-Antonelli ha sostituito, rispettandone missione, finalità e impostazione, un precedente allestimento ospitato, dal 1996 al 2012, nell’ottocentesco palazzo del Vescovado, in pieno centro storico della città. Ospitato nell’ottocentesco palazzo del Vescovado, in pieno centro storico della città, il Museo è stato inaugurato nel 1996: la sua apertura ha segnato il punto di arrivo, e non certo conclusivo, di un lungo periodo di gestazione, durato quasi un decennio, che ha visto collaborare studiosi e ricercatori di Università, Soprintendenze e Musei, in un’intensa e proficua attività di studio, di ricerca e di scavo che ha permesso di gettare le basi per ricomporre l’immagine dell’antica città di Privernum e scriverne la sua storia. Quando il Museo è stato istituito, nel 1986, di Privernum ben poco si conosceva; passata quasi sotto silenzio nella tradizione letteraria antica e trascurata negli studi moderni, la sua memoria sembrava non potersi affidare ad altro se non alle gesta di Camilla, la leggendaria eroina figlia di un re della volsca Priverno, immortalata con enfasi, e in un clima di fascino e di mistero, nei versi dell’Eneide di Virgilio. Sul fronte archeologico, il nascente Museo poteva contare solo su una collezione di circa trenta pezzi, fra sculture e iscrizioni, rinvenuti casualmente e via via accumulati nei magazzini del Comune mentre, a segnare il luogo della città romana, in aperta campagna, rimaneva solo qualche sporadico resto murario che, per ventura, era ancora capace di svettare, fra sterpaglie e acquitrini, da quella poderosa coltre alluvionale che, nel tempo, aveva cancellato i segni di una vita trascorsa.
di Sinopoli Francesco e Campagna Laura
Testi di Margherita Cancellieri
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